Data base groviera? Il piano di cybersicurezza
Il sistema informatico del Viminale è stato violato per 52mila volte e sono stati rubati 800mila file con informazioni riservate. Ora quel materiale è in pasto ai pirati del dark web e fermare l’emorragia di dati non sarà immediato. Ma gli hacker come hanno potuto bucare quello che dovrebbe essere uno dei sistemi più blindati e protetti del paese? Hanno saccheggiato di tutto: i database dei ministeri, di Eni, degli enti pubblici, persino la mail del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E ciò che terrorizza è che lo hanno fatto utilizzano un semplice malware, un virus informatico acquistato su internet a meno di 100 euro. “Potremmo sp…..are tutta Italia” minacciano i ladri di dati.
Le nostre mail
Cosa vuol dire? Sono a rischio anche i nostri dati? Le nostre mail, i nostri conti in banca? “Assolutamente no – ci rassicura Alvise Biffi, ceo di SecureNetwork, parte di Bv Tech – Di fatto la storia dei dossieraggi non racconta di falle informatiche ma di persone che sono entrate nei sistemi legittimamente, avendo l’accesso a quelle informazioni. Però ne hanno fatto un uso improprio, trafugando le informazioni e rivendendole nel black market. È evidente che sia urgente cambiare le regole della cybersicurezza. Occorre una segmentazione delle informazioni per ridurre al minimo le fughe di........
© Il Giornale
visit website