Da l'Ironman alla Maratona di New York: Cameron Wurf senza "pace"
L’anno scorso, dopo la Roubaix, a richiamarlo all’ordine era stata sua moglie, dall’Australia, con un messaggio che commentava un suo post sui social: ““Sì ok bravissimo, ma adesso torna a casa che hai un figlio da crescere ed educare…”. Cameron Wurf aveva appena finito di pedalare in gara con i suoi compagni della Ineos e, dopo 260 chilometri di pavè, era tornato in albergo, si era cambiato ed era andato a correre una mezza maratona: così tanto per sciogliere i muscoli. Sport senza fine, lo interpreta così il quarantenne tasmaniano di Hobart. Senza limiti, senza risparmiarsi, senza pensare alla fatica, senza respiro… E allora non stupisce trovarlo dove si pedali, dove si corra, dove ci sia da competere, ovviamente ad alti livelli. La scorsa settimana era alle Hawaii e, nella finale mondiale Ironman vinta dal tedesco Patrick Lange, si è piazzato settimo assoluto in 7ore:51’26”. Ma non gli è bastato evidentemente. Così ieri è tornato in gara nella........
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