Innovazione o plagio, l'affaire Forbes-Perplexity
Perplexity AI, il sito a metà tra un chatbot e un motore di ricerca che non piace ai giornali
Lo scorso febbraio Kevin Roose, giornalista del New York Times, ha scritto un entusiasta articolo spiegando di aver trovato un sito – nato da appena un anno – che aveva di fatto sostituito Google nel suo quotidiano. A prima vista, Perplexity – questo il nome del servizio – somiglia parecchio a Google o a qualsiasi altro motore di ricerca: il sito ha una pagina pressoché vuota con una grande barra di ricerca in mezzo, tutto qui. Invece di rovistare il web per trovare link affini alle chiavi di ricerca inserite dall’utente però, Perplexity si comporta come un chatbot, alla ChatGPT e simili, e risponde alle domande generando un testo. L’utente domanda e il sito risponde, confermando di essere a metà tra un chatbot e un motore di ricerca.
Nel giro di pochi mesi attorno a Perplexity è nata una community piuttosto fedele, che come Roose dice ormai di fare a meno dei vecchi motori di ricerca. Ai primi di giugno, però, il sito ha fatto un passo in più e ha presentato Pages, un servizio che........
© Il Foglio
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