Un libro ottimista, ma Rushdie non dimentica chi non lo ha difeso
Quando nel 1989 gli fu spiccata contro la condanna a morte, ci fu anche chi si schierò contro di lui, dicendogli che aveva mancato di sensibilità nei confronti della cultura islamica. Il suggerimento per Meloni: “Sia meno infantile. I politici dovrebbero farsi la pelle un po’ più dura”
Le parole sono parole. Un tribunale è un tribunale. Un coltello è un coltello. Quando Salman Rushdie arriva al Salone del libro di Torino, con il suo corpo sopravvissuto a un attentato islamista per un pelo, la realtà dello scrittore messo nel mirino della violenza politica e ideologica appare nella sua fisica crudeltà: l’occhio destro fuori uso e nascosto da una lente scura sulla montatura degli occhiali, la mano trapassata da parte a parte da una lama, la cicatrice visibile sulla guancia e quelle nascoste sotto la sua giacca scura.
Gli chiedono se ha sentito parlare della contesa tra il suo amico Roberto Saviano e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, definita “bastarda” da Saviano, che per questo è stato condannato al pagamento di mille euro. Lui risponde: “Sì, ne ho sentito parlare”. Forse non aveva sentito parlare di Luciano Canfora, antichista a cui è capitato di dire che Giorgia Meloni è una “nazista nell’animo” e per questo è stato querelato dal capo del governo. E forse non aveva nemmeno sentito parlare di........© Il Foglio
visit website