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Dentro i segreti dell’Atalanta-

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25.05.2024

Folgorato dall’Ajax, così Gasp iniziò la costruzione del miracolo nerazzurro all'insegna della modernizzazione

La classe operaia va in paradiso.Come da titolo del film di Elio Petri del 1971 anche l’Atalanta, squadra che possiamo definire operaia (non è una tradizionale big), ha trovato il suo paradiso. E lo ha fatto conquistando nella notte di Dublino il primo trofeo europeo della sua storia. Il tutto al termine di un confronto nettamente dominato contro il Bayer Leverkusen e dopo una campagna continentale che ha visto i bergamaschi superare formazioni ben più avvezze al clima europeo quali Sporting Lisbona, Liverpool e Olympique Marsiglia.

Dietro questo successo si celano il lavoro del club lombardo e quello, sul campo, di Gian Piero Gasperini. Il tecnico di Grugliasco è a Bergamo dal 2016, anno in cui ereditò da Reja una squadra finita tredicesima in Serie A. L’inizio non fu facile per il Gasp: dopo 5 giornate la Dea era penultima in classifica, con soli 3 punti conquistati. In un’altra piazza, con un’altra società, un tecnico che si fosse presentato al via della stagione con questo ruolino di marcia sarebbe stato esonerato.
Non a Bergamo. Il presidente Antonio Percassi ha avuto infatti pazienza e ha dato fiducia a Gasperini. La storia ci ha insegnato che quella decisione si è rivelata essere quella giusta. Dopo poco infatti è cominciata la lunga marcia che ha portato in questi anni l’Atalanta a inserirsi fra le grandi del campionato italiano e a diventare una presenza quasi costante nel panorama europeo. Soprattutto, Gasperini ha contribuito in modo sensibile a rivoluzionare il calcio e questo da almeno sedici anni, vale a dire da quando (nel 2007) si affacciò alla Serie A col Genoa.
Da quel momento, tutti hanno potuto ammirare un sistema di gioco contraddistinto dalla marcatura individuale a tutto campo, dal pressing forte in avanti e dalla costruzione di quadrilateri mobili nella zona della palla. Il tutto condito dalla riscoperta della difesa a tre. Una versione post-moderna però, liquida e attiva, con i terzi che si spingono in avanti fino a invadere l’area avversaria e ad andare al tiro........

© Il Foglio


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