Il mercato dell'onda buona
A Parigi 2024 il surf assegnerà ancora medaglie olimpiche. Intanto aumentano gli appassionati e i luoghi dove surfare in città su onde artificiali
A Rotterdam l’hanno costruita in centro città, tra i canali, i palazzi e le strade. Surf urbano, la chiamano. Ci sono voluti dieci anni per riqualificare l’intera area e portare a termine questo progetto visionario, ma alla fine Rif010 - così si chiama - è un gioiello di innovazione e un piccolo angolo di paradiso per chi il surf lo vuole praticare senza essere costretto a un volo per le Hawaii. Quello olandese non è un caso isolato. In Europa e nel mondo i siti di onde artificiali superano il centinaio, alcuni sono già attivi da anni e sono diventati un esempio di buona imprenditoria, mentre altri trecento (almeno) sono progetti in via di sviluppo. È il mercato dell’onda artificiale che non intreccia solo business e surf facendo girare milioni e milioni di euro, ma ha a che fare col green, con il restyling del territorio e degli spazi urbani dismessi, e naturalmente con l’idea di sport in senso contemporaneo, più sostenibile e accessibile a tutti.
Dopo averlo visto a Tokyo, il surf avrà un ruolo decisivo a Parigi 2024. Qualche anno fa (era il 2016) il presidente del Cio, Thomas Bach, decise di aprire a sport nuovi, freschi, diversi, "offrendo l'opportunità di entrare in contatto con le nuove generazioni". Skate, arrampicata, ma soprattutto surf. La location di questi Giochi........
© Il Foglio
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