Fatalismo delle istituzioni e paura della gente ai Campi Flegrei. Cosa vuol dire vivere sopra un vulcano
Le scosse sismiche nella zona di Pozzuoli, d’intensità mai registrata in quarant’anni, ha ravvivato l'appressione. Un piano di evacuazione però non può contemplare l'irrazionalità
Se al cuor non si comanda, figurarsi alle emozioni. Alla violenza delle ultime scosse sismiche nei Campi Flegrei, d’intensità mai registrata in quarant’anni, s’allega una notizia vecchia e nuova: l’abitudine non abolisce la paura. Chi vive su una terra ballerina s’adegua ai capricci di un saliscendi millenario, però quando la casa trema una, due, decine di volte in poche ore, quando l’intonaco si stacca e s’allarga una crepa, l’essere umano scappa perché l’istinto ancestrale prevale su qualsiasi dimestichezza culturale. E’ accaduto l’altra sera a Pozzuoli e nei rioni di Napoli più vicini alla solfatara, malgrado sismologi e vigili del fuoco tranquillizzino con misurazioni statistiche e verifiche degli stabili in virtù di un’attenzione che fa la differenza rispetto all’ultima crisi bradisismica del 1983-84. Non c’è, rassicurano gli esperti, alcun segno imminente di un’eruzione simile a quella........© Il Foglio
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