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Scambio di ruolo, la dissoluzione delle certezze vetero-borghesi

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06.06.2024

L’Ottocento ci ha convinti che esistessero professioni “più femminili”, ma anche fisici, voci e misure “più adatte” per certe professioni. Nelle sfilate (Balenciaga), nelle kermesse commerciali (Pitti Uomo), perfino nella politica nazionale, è arrivato il liberi tutti. Anche volgare e kitsch. Ma la rivoluzione, dopotutto, non è mai elegante

“La prima volta che lo vidi, a un reading, indossava un cappellino di lana color arancio sopra quella tonnellata di dreadlock, due maglioni sovrapposti di colori a contrasto, uno sul verde lime l’altro sul grigio, un paio di pantaloni troppo larghi, e un paio di sneaker favolose. Pensai che dovesse essere un ragazzino ricco, della comunità nera affluente. Nessuno sarebbe andato in giro con quell’aria sicura di sé senza avere alle spalle una barca di quattrini. E invece, probabilmente, non aveva nemmeno un posto dove dormire”. Il ragazzino così certo del proprio talento e della propria personalità da potersi permettere di mistificare il proprio aspetto è, o per meglio dire era, Jean Michel Basquiat, e chi lo descrive è invece la stylist Karen Binns, intervistata da Charlie Porter nel 2021 per “What Artists wear”, un saggio uscito per Penguin: è quel genere libro che chiunque si occupi di moda dovrebbe tenere sul comodino, un livre de chevet come si diceva ai tempi di Gustave Flaubert, perché per quanto si possano squadernare ancora e ancora le sue pagine, vi si trova sempre una chicca nuova, un’osservazione utile, uno spunto interessante di paragone. E nulla, soprattutto in queste ultime settimane, è più interessante dell’improvvisa dissoluzione di una lunga serie di certezze a cui ci eravamo abituati da una decina di generazioni.

In ordine sparso e con ovvia differenza di pesi: sta per inaugurare a Firenze un’edizione di Pitti Uomo, cioè un’esposizione commerciale di moda maschile, dove le due star sono due donne, Marine Serre e Carolina Castiglioni, che è una bella evoluzione di genere e di ruolo se si pensa che fino alle prime patenti, firmate da Luigi XIV, le donne non avevano il diritto di fare le sarte (a livello professionale, si intende) e che anche adesso trovate più signori che signore a tagliare cappotti e capispalla.

Le donne che vestono gli uomini senza limitarsi a ricamargli le pantofole, un classico del romanzo vittoriano, è ancora e per molti versi una novità. Quindi: è iniziato un Pride month che sembra, incredibilmente, meno commerciale del solito e più........

© Il Foglio


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