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Da Hollywood a Parigi, pazzi di tennis

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02.06.2024

Da Challengers agli investimenti del mondo della moda: lo sport di Sinner sempre più cool

Quando, nel 2007, venne lanciata la prima campagna “Core values” di Louis Vuitton, Pietro Beccari era senior vice president della comunicazione del brand, e il testimonial fu Mickhail Gorbacëv. Gli altri scatti del progetto, sviluppato da Annie Leibovitz, vedevano protagonisti Catherine Deneuve seduta sulle valigie in un set cinematografico che echeggiava quello di Marlene Dietrich in “Shanghai Express”, Keith Richards, Francis Ford Coppola con la figlia Sofia, oltre alla power couple del tennis di quegli anni, André Agassi e Steffi Graf, teneramente abbracciati su un divano. Come ovvio, tutti rappresentavano dei comprimari rispetto al “padre della perestroika”, che infatti si prese ogni titolo.

Per posare sul sedile posteriore di una berlina scura, lo sguardo fisso oltre il vetro sui resti del muro di Berlino, sul sedile una classica “keepall bandoulière” dalla quale spuntava un libello dove si leggeva, in russo, “Omicidio Litvinenko, volevano lasciar andare un sospetto per 7mila dollari” (autore e casa editrice non vennero mai identificati, il New York Times suggerì che si trattasse di un’opera clandestina), l’ultimo presidente dell’Urss fece girare da Lvmh un congruo assegno alla sua fondazione Green Cross per “attività editoriali”. Se voleste cercare informazioni, non si sa quanto attendibili, sul quantum, potreste ancora trovarle su certi siti filo-russi a patto di lasciar loro i vostri dati personali.........

© Il Foglio


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