I silenzi di Carlo Bacarelli, che preferiva fossero le immagini a parlare di sport
Il pioniere toscano della telecronaca sportiva è stato protagonista di molte "prime volte" Rai: dalla prima partita di calcio mai trasmessa dalla tv pubblica ai primi Mondiali in Eurovisione del 1954. Il ricordo in occasione dei cent'anni dalla sua nascita
A quale voce pensate se mettete assieme la tv, la Nazionale e quelle prime partite in bianco e nero, dove ritmi e spazi sembrano venire da un altro sport e l’unica cosa in comune con il calcio di oggi è un pallone che rotola (piano)? Se avete risposto Nicolò Carosio è normale. Ma non è esatto. C’è stato un altro pioniere prima di lui. Si chiamava Carlo Balilla Bacarelli, toscano di Campi Bisenzio, nato esattamente cent’anni fa (il 5 giugno del 1924), scomparso nel 2010. E detentore di una fila di record che ne fanno un protagonista della storia della televisione, anche se nessuno, o quasi, lo ricorda più: la prima partita della Nazionale in tv; la prima partita in assoluto trasmessa dalla Rai; i primi Mondiali in Eurovisione. E, fuori dal calcio, la prima “Domenica sportiva”, il primo notiziario… Su, fino al primo tentativo di cronaca in diretta di un evento. Era il Carnevale di Torino del 1950. Le telecamere erano issate su una scala dei pompieri. E la voce che arrivava agli spettatori, assiepati davanti ai televisori piazzati nelle vetrine della Stampa, era la sua: Carlo Bacarelli, il protocronista.
Un innovatore travestito da travet, con quelle giacche e cravatte d’ordinanza che in bianco e nero si assomigliavano tutte. Voce impostata, dizione perfetta, sguardo sornione alla Alberto Sordi, il Bacarelli eroico di quei primi anni (poi finirà a Rai Sport Lombardia) lo si può incrociare in un qualche rara immagine delle Teche Rai. In particolare, in un’intervista del 1964 rispolverata da quello che, di........
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