Più che un partito, un movimento. Così l’AfD s’è fatta largo in Germania
Il successo di Alternative für Deutschland spiegato attraverso il trauma di un paese spaccato in due: "AfD piace per due questioni centrali: il rapporto con la Russia e il rifiuto totale dell'immigrazione", dice Wolfgang Schröder, politologo dell’Università di Kassel
Berlino. Il giorno dopo la domanda sulla bocca di tutti è: come hanno fatto? Sfiorare il 16 per cento dei voti nonostante una serie incredibili di passi falsi, viaggi pagati da dittature straniere, arresti, perquisizioni, e banalizzazioni del regime nazista che non sarebbero tollerate in alcun paese civile, men che mai nella Repubblica federale tedesca che si vuole profondamente denazificata. Eppure AfD è uscita bene dalle europee di domenica. Certo, il partito sovranista non è arrivato a quel 20 e più per cento che a inizio anno sembrava a portata di mano, però ha anche subìto la forte concorrenza sul fronte sinistro dei socialisti nazionalisti (BSW) – non si può che scriverlo in questo ordine – dell’ex capogruppo della Linke Sahra Wagenknecht. Una lista che, al netto dei toni nostalgici per il Terzo Reich o della banalizzazione della Shoah, ha un programma poco distinguibile da quello di Alternative für Deutschland. E........
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