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Reeves e Rayner: ecco le regine del Labour

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02.06.2024

Rachel Reeves fa i conti al Regno Unito e tiene in equilibrio l’offerta pro business e pro lavoratori. Angela Rayner costruisce il ponte con l’elettorato più a sinistra. La chimica disinvolta di una nuova leadership

Stretti tra due figure di spicco, femminili e potenti, fanno fatica a farsi conoscere, i membri del nuovo Labour. Un po’ perché dar prova di una cautela ai limiti dell’inconsistenza è stato l’ordine di scuderia fino a poco tempo fa, un po’ perché ci sono personalità che, insieme a quella centrale (e sommamente cauta) di Keir Starmer, rubano la scena a chiunque cerchi un po’ di luci della ribalta a poco più di trenta giorni dal voto. La prima è Rachel Reeves, cancelliera dello Scacchiere ombra dalla visione ondivaga ma espressa con piglio perentorio, braccio destro del leader laburista nella messa a punto di una ricetta economica ricca di buon senso e povera di dettagli che è valsa comunque il plauso delle imprese britanniche, dopo una lunga operazione di corteggiamento a colazione delle società quotate del Ftse soprannominata “l’assalto al salmone affumicato”, iniziativa che riecheggia le “offensive al cocktail di gamberetti” di Tony Blair nel 1997, quando la City nuotava nella salsa rosa e i gusti erano meno claustrali. La seconda è Angela Rayner, che se tutto andrà come sembra – Labour in vantaggio netto, Tory esangui dopo 14 anni di governo e di instabilità autoinflitta – diventerà la prossima vicepremier britannica, garante dell’ala sinistra del partito e portatrice di un appeal popolare enorme grazie al suo fortissimo accento di Manchester e alla sua storia di ragazza madre in una council house di Stockport, figlia di una donna bipolare che un giorno le servì della schiuma da barba al posto della panna montata perché non sapeva leggere le etichette.

Sono loro a riassumere le due anime di un Londra che dopo un pazientissimo lavoro di costruzione e ricucitura è riuscito a emergere dalla palude dell’ineleggibilità a cui lo aveva condannato la gestione di Jeremy Corbyn: ora i sondaggi lo danno al 45 per cento, contro il 23 dei conservatori, e con tutto quello che si può dire dei sondaggi dopo la Brexit si tratta di un risultato straordinario. Uno di quelli che si ha il terrore di vedere evaporare, come dimostra la chioma tutt’a un tratto canuta di Starmer, che insieme a Reeves ha incassato una lettera di approvazione da parte di 121 imprenditori britannici, convinti che sia “il momento di cambiare” e che il Labour ha più possibilità di offrire quella stabilità di cui il paese ha disperatamente bisogno dopo gli anni folli della Brexit, di Boris Johnson e della finanziaria più pazza del mondo di Liz Truss.

Fredda come un’economista a detta di tutti, ex campionessa giovanile di scacchi, Reeves è nata a Lewisham in una famiglia di insegnanti, nel 1979, e ha studiato a Oxford e alla London School of Economics nonostante le origini modeste, arrivando a lavorare alla Banca d’Inghilterra prima di un........

© Il Foglio


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