Il trattato dell’Onu fatto a pezzi in Libano
Anni fa la rivista del contingente Unifil, operante sulla Blu line, si chiamava Litani. Una scelta non casuale, volta a sottolineare l’importanza di un confine delimitato dal fiume più importante del Libano, il Litani, appunto, che ha connotato la missione delle Nazioni Unite presente nel Paese dei cedri dal 1978.
In corrispondenza del corso d’acqua, lungo circa 120 chilometri, si sono addensate per anni le speranze di uno Stato pacificato, libero da ingerenze esterne e in grado di guardare al futuro con ottimismo. Il sogno lungo il Litani è ormai infranto. Il Libano è stato bombardato pesantemente dall’aviazione israeliana con l’obiettivo di sradicare – come per Hamas a Gaza – Hezbollah. Le forze di difesa israeliane hanno invitato i cittadini del sud del Libano ad oltrepassare il fiume, in direzione Beirut, e mettersi alle spalle - chissà per quanto? - la zona per decenni controllata, militarmente, politicamente e socialmente dal “Partito di Dio”.
Il territorio cuscinetto tra il confine israelo-libanese e il Litani è adesso una delle aree geografiche più importanti e “calde” del mondo. Fino a poco tempo fa, grazie alla presenza del contingente Unifil, ha garantito una relativa tranquillità tra Libano e Israele, come rilevato dal portavoce della missione delle Nazioni Unite, Andrea Tenenti (Il Dubbio del 27 settembre). Il conflitto in........
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