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Lara Sansone: «Sul palco porto una Barbie chantant, ma dietro le quinte sono la manager che ha salvato il teatro di nonna, Luisa Conte»

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05.04.2024

L’attrice è l’anima del Sannazaro: ho sposato il mio fidanzato di scena

La sua sciantosa post moderna è una Barbie irriverente che intrattiene nel salotto della Napoli bene, quel Sannazaro che fu il teatro di Scarpetta, di Concetta e Peppe Barra e, soprattutto, della grandissima Luisa Conte: la nonna a cui Lara Sansone deve l’amore per il teatro e una palestra di vita che l’ha portata a scegliere di restare qui e resistere. A 48 anni è l’unica donna imprenditrice teatrale a Napoli, e con il marito Sasà Vanorio gestisce lo storico teatro di Chiaia. Allo stesso tempo indossa da qualche anno i panni di Bice, parrucchiera pettegola e molto sopra le righe nel social drama Un posto al sole, fa la regia di almeno uno spettacolo all’anno in cartellone e recita e canta in palcoscenico. Stasera debutta con una nuova versione del mitico Café Chantant.

Lara quand’è stata la prima volta che ha cantato un pezzo da sciantosa?
«Ero una ragazzina e per la compagnia giovanile creata da nonna mettemmo in scena Na santarella di Scarpetta, con Concetta Barra. Ero piccola ma molto appariscente, per cui funzionavo nel ruolo. Fu la prima volta e ne rimasi traumatizzata. Pensai: non lo farò mai più. Invece sono trent’anni, è una persecuzione».

Sua nonna la colpevole?
«Un tempo il teatro era come il grande carrozzone del circo, si veniva con i figli e si portavano in scena. Sia io che mia sorella Ingrid per amore di nonna guardavamo tutti gli spettacoli e, come fanno i bambini, io credevo ogni volta che ci fosse qualcosa di personale, quasi come se fosse uno spettacolo recitato per me perché ero nella quinta di fronte al suggeritore. Così........

© Corriere del Mezzogiorno


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