Gli errori, della sinistra e non, da non rifare.
E così un altro anno è passato, fra guerre, miserie e senza troppe speranze per il futuro. E allora, cosa auspicare per il prossimo anno, oltre al fatto che la sinistra non cada nei soliti errori?
Pietro Nenni scriveva che “il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro” e, prima di lui, il filosofo CONFUCIO sosteneva che “se il tuo piano è per un anno pianta il riso, se è per dieci pianta gli alberi, se è per cento educa i bambini”.
Quindi, se auspichiamo il progresso degli ultimi, è dall’istruzione e dalla scuola che dobbiamo partire, chiedendoci se le riforme portate avanti negli anni, dopo aver abbandonato l’idea gramsciana della “cultura alta” come strumento di emancipazione dei ceti popolari, abbiano davvero educato i discenti e se siano state davvero un progresso. E ancora, se la sinistra sia consapevole di come tale diseducazione non le abbia portato consensi, finendo con l’avvantaggiare il qualunquismo di destra.
Nel dopoguerra la sinistra italiana sosteneva che solo una buona, seria e severa educazione di base avrebbe consentito ai ceti popolari di emanciparsi dal punto di vista sociale e culturale, come anche di esercitare un ruolo egemonico nelle battaglie di segno progressista. Era anche la convinzione di alcuni grandi latinisti, che difesero la presenza e il ruolo dello studio del latino nella scuola media.
Ma, complice il ’68 e la sua forte critica verso la “cultura dei ricchi”, la sinistra abbandonò la linea seguita fino ad allora per assumere quella della sociologia critica militante, che considerava i sistemi educativi vigenti........
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