«Alle Europee cederemo il voto ai nostri figli minorenni. Ma l’Italia sia pioniera del voto fiduciario»
«Certo che cederemo il nostro diritto di voto. Io a Leonardo, di 16 anni, e Lucia a Ginevra, di 13 anni, alle elezioni europee voteremo secondo le loro indicazioni». Lo hanno scritto e lo faranno: l’8 giugno Matteo Rizzolli, professore associato di politica economica alla Lumsa, e Lucia Marchegiani, professore associato di organizzazione aziendale all’università Roma Tre, cederanno il voto a due studenti, Leonardo e Ginevra. Due ragazzi, entrambi minorenni, pertanto esclusi dal debutto alle urne in Italia, ma soprattutto due dei loro sei figli.
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«Sappiamo bene che si tratta di un gesto simbolico e che non pesa dal punto di vista politico – spiega a Tempi Rizzolli -: la nostra famiglia è composta da otto membri, otto cittadini di cui solo tre adulti e tre saranno i voti che potremo esprimere in tutto. Cinque cittadini resteranno esclusi e lo saranno finché in Italia non verrà presa seriamente in considerazione l’idea del voto fiduciario, esercitato dai genitori per conto dei propri figli fino al momento in cui gli stessi non saranno in grado di esprimerlo autonomamente. Nell’attesa, andremo alle urne esprimendo il voto di Leonardo e Ginevra».
Rizzolli, ci dia tre buone ragioni per cedere il voto ai ragazzi.
La prima, oggi i giovani sono discriminati come erano i poveri nell’Ottocento e le donne nel Novecento. Non è una suggestione: per escluderli dalle urne usiamo lo stesso argomento che si usava allora, “non sono maturi per il voto”. Non lo erano gli indigenti, le donne, i neri, le minoranze etniche, oggi invece l’unica categoria che deve rinunciare a votare è quella dei ragazzi. Eppure sappiamo tutti che un sedicenne ha capacità cognitive superiori a quelle di un 65enne e che nessuno può valutare se e quanto sia frutto di consapevolezza e responsabilità (piuttosto che di consigli presi al bar) la preferenza espressa dall’elettore medio. Nessuno ovviamente contesta il diritto di voto degli anziani, di chi ha un declino delle capacità cognitive o di chi ha poca istruzione, ma perché richiedere allora uno standard più elevato solo ai giovani e non a tutta la........
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