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GPA, intervista “scorretta” a un papà arcobaleno

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25.10.2024

Davide Chiappa è un manager milanese 45enne che cinque anni fa si è unito civilmente con il proprio compagno di vita, dopo dieci anni di fidanzamento. Da due è uno dei papà di Martino Libero, bimbo nato grazie alla gestazione per altri, che una legge approvata in Senato la scorsa settimana ha dichiarato reato universale.

Lo raggiungo telefonicamente dopo che ha accompagnato il figlio al nido, mentre rientra nel suo appartamento situato in uno dei quartieri più effervescenti e multietnici di Milano, nel quale coabita con tre gatti, due maschi, Dario e Giulio, e una femmina, Camilla. Anche per questo Davide e la sua famiglia allargata potrebbero essere ritenuti una perfetta nemesi della Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, che, come è risaputo, non ha molta simpatia per chi “umanizza” gli animali domestici affibbiando loro nomi solitamente utilizzati per le persone.

Con Davide prendo accordi per un’intervista politicamente scorretta, con domande mutuate dalla narrazione di quei gruppi ultracattolici e ultraconservatori che da tempo hanno nel loro mirino le famiglie omogenitoriali e che oggi rivendicano la vittoria riportata con la Legge Varchi. Davide accetta di buon grado, divertito.

Davide, come ci si sente ad essere un criminale universale?

“Negli ultimi mesi ci eravamo preparati a sentirci addosso questa sensazione sgradevole. Anche perché, è opportuno ricordarlo, sono già due anni che le politiche sociali di questo governo vanno in questa direzione, quella di limitare, se non addirittura di smantellare, non solo i pochi diritti di noi Famiglie Arcobaleno, ma in generale i diritti individuali delle persone. Ci eravamo preparati, ma non ti nascondo lo sconforto del primissimo momento, soprattutto avendo seguito la discussione e la votazione in diretta tv. Uno sconforto generato da tutto l’arco parlamentare, perché se è vero che la GPA è stata criminalizzata in prima battuta dalle forze di governo e dai parlamentari della maggioranza di centrodestra, è anche vero che vi sono state singole voci ostili che si sono alzate dai banchi dell’opposizione. È stato frustrante, anche perché ovviamente rigetto questa etichetta in modo assoluto, dal momento che il percorso che io e il mio unito civile abbiamo fatto è stato un percorso trasparente, meraviglioso al termine del quale, poco meno di due anni fa, ci ha permesso di diventare una vera famiglia, proprio come l’abbiamo sempre intesa e desiderata”.

Questo percorso lo avete compiuto sfruttando senza alcun riguardo una donna e strappandole dall’utero il suo bambino?

“Assolutamente no, e ti ringrazio per aver usato in modo così crudo le stesse parole che sono state spesso usate in tv o nell’aula del Senato. Vedi, io e il mio unito civile siamo entrambi italiani, abbiamo ricevuto un’educazione cattolica, tutti i sacramenti, abbiamo frequentato la Chiesa a lungo e siamo coscienti di vivere in un paese prevalentemente cattolico. Anche per questo alla fine del 2020 – eravamo uniti civilmente da poco –, mentre eravamo sospesi nella nostra bolla di coppia, abbiamo sfruttato l’occasione del lockdown per informarci, studiare, comprendere e superare tutti i nostri dubbi etici.

Per tornare alla tua domanda, la nostra è stata una decisione responsabile e meditata, che non ha causato alcun tipo di sfruttamento. Abbiamo scelto un percorso di gestazione per altri in Oregon, negli Stati Uniti, dove queste pratiche sono legali e si svolgono alla luce del sole. Ci sono regole certe........

© Quotidiano


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