Bronzi di Riace, mistero infinito, il sub che li trovò: "Li ho scoperti per caso. Terza statua? Non esiste"
Bologna, 18 marzo 2024 – Era mezzogiorno del 16 agosto 1972, una giornata magnifica, quando Stefano Mariottini fece una delle scoperte più incredibili nei mari italiani. "Stavo facendo un’immersione davanti a Riace, quando vidi in mezzo a un gruppo di scogli emergere una spalla dalla sabbia: ero a 200 metri dalla costa e quella parte luccicante si trovava a 8 metri di profondità", racconta oggi con precisione millimetrica Mariottini, 82enne chimico romano e ‘padre’ dei Bronzi di Riace. In questi 52 anni in molti hanno tentato di gettare fango su Mariottini per fomentare il mistero dei Bronzi, sono venute a galla teorie del complotto (una delle quali sostiene che la terza statua sia in possesso di George Bush) e c’è stata pure una causa legale per l’assegnazione del titolo di scopritore dei Bronzi, vinta da Mariottini.
Torniamo a quella mattina di 52 anni fa. Come andò?
"Ero a fare pesca subacquea in un’area che conoscevo: dal ’64 passavo le vacanze a Monasterace, avevo un collega di università poi ho sposato una ragazza locale. Il cielo era limpido, il mare trasparente. Sotto la scogliera notai un’area circolare sabbiosa e in mezzo: una spalla".
Capì subito che era una statua?
"No, pensai a un cadavere. Ma man mano che scendevo e pulivo, vedevo che era verde scura e lavorata troppo bene. La prima statua che mi è apparsa era A (come la nominarono dopo il restauro di Firenze, ndr ). Era sul fianco, infilata profondamente".
Poi?
"Avevo il fiato........
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