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Nubifragi in Toscana, in 18 anni sono 42 i morti: due principali fattori di una strage senza fine

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26.09.2024

I Ramacciotti se li è portati via il Rio Maggiore. Il torrente tombato si riprese il suo corso, inondò la casa, non ci fu nulla da fare. Era la notte del 10 settembre 2017. Il diluvio avrebbe creato una generazione di nuovi angeli del fango in città: i bimbi motosi, insozzati dalla piena, con gli occhi lucidi e il sorriso, ripulirono Livorno dalle ferite e dal lutto per le otto vite spezzate dalla violenza dell’acqua e dall’incuria. A Lavacchio, sette anni prima, sulle alture di Massa, un pezzo di montagna scivolò sulle case portandosi via Nara Ricci e il suo piccolo Mattia, appena due anni. Era la notte di Ognissanti. Un anno dopo questa cupa contabilità è toccata in sorte ad Aulla, poi l’anno successivo a Capalbio, e quelli dopo ancora a Magliano, Orbetello, San Giuliano Terme, Massa Marittima, Manciano, Talla, Pistoia, fino ad arrivare al disastro che l’anno scorso ha travolto cinque province della Toscana portandosi via altre otto vite e oggi ci costringe a piangere un bambino e sua nonna.

Ma il peggio di questa funerea........

© Il Tirreno


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