Massimo Doris: «Debito pubblico e spread frenano l’Italia, ma non sono preoccupato per i Btp»
Nei giorni in cui in Europa si discute la riforma del Patto di Stabilità, Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, invita a non perdere di vista l’obiettivo che l’Italia deve comunque darsi, la riduzione del debito pubblico, un impegno per il quale «ci vorranno tempo e molta attenzione», avverte.
Nell’ultimo anno le famiglie italiane hanno sottoscritto 120 miliardi di titoli di Stato, un flusso che non si vedeva da tempo. Quanto potrà durare questa corsa ai Btp?
«Credo che continuerà per buona parte del 2024, se non tutto. Gli italiani sono sempre stati abituati a investire in titoli di Stato, che offrivano un buon rendimento a fronte di un rischio percepito pari a zero. Quando qualche anno fa siamo entrati nell’era dei tassi negativi, i risparmiatori si sono sentiti disorientati e hanno lasciato molta liquidità sui conti correnti. Poi nel 2022 i rendimenti sono tornati a salire, accelerando molto rapidamente dall’autunno. All’interno di questo scenario era logico aspettarsi che molti corressero a investire in Btp».
Lei sottolinea “rischio percepito”.
«Naturalmente non vedo rischi sui Btp e sul nostro Paese. Tuttavia, da un punto di vista tecnico, se lo spread rispetto ai titoli tedeschi è di 160-170 punti base, con la Francia tra 90 e 100, con la Spagna tra 50 e 60, esprime pur qualcosa. Significa che gli investitori istituzionali sui titoli tedeschi sono disposti ad incassare un rendimento di quasi il 2% inferiore agli italiani, pur di essere più sicuri. Lo ripeto, non vedo alcun rischio: ne è riprova che Banca Mediolanum in tesoreria ha 17 miliardi di Btp».
La quota del debito pubblico italiano in mano alle famiglie nell’ultimo anno è salita dal 7 al 12%. È il momento di dirigersi verso altri acquisti?
«Puntare sui Btp, un anno fa, è stata un’ottima scelta, soprattutto investendo nuova liquidità. Diverso è il discorso per chi ha venduto in perdita i fondi obbligazionari per sottoscrivere i Btp che, all’epoca, quotavano a sconto. Dal punto........
© Il Mattino di Padova
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