Quanto fa sul serio Maduro sulla folle annessione dell’Esequibo?
Domenica scorsa 3 dicembre, mentre il governo del Venezuela proclamava soddisfazione per l’asserita forte affluenza alle urne, l’opposizione continuava a pubblicare foto di seggi vuoti e a denunciare un’elevata astensione. Importa poco o nulla. Trattandosi di una dittatura, l’esito del referendum consultivo indetto dall’autocrate Nicolás Maduro per annettersi l’Esequibo, un territorio che appartiene alla Guyana, era scontato, così come era prevedibile la crisi innescata da un presidente intenzionato a litigare con il vicino. La domanda che si fanno tutti è: fino a che punto si spingerà Maduro?
Vecchio trucco da tiranni in panne
Il referendum è stato un invito ai venezuelani a stringersi attorno alla bandiera, «il trucco più vecchio del manuale del tiranno su cosa fare quando le cose vanno male», ha scritto il Wall Street Journal. L’economia è crollata da quando Maduro è entrato in carica nel 2013, e oltre 8 milioni di venezuelani, ovvero più di un quarto della popolazione, sono emigrati. Inoltre sta aumentando da Washington la pressione sulla dittatura di Caracas affinché venga revocato per la leader dell’opposizione María Corina Machado il divieto di candidarsi alle presidenziali del 2024. Tutti i sondaggi indipendenti la danno vincitrice con almeno l’80 per cento dei consensi contro Maduro, che ha........
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