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Il mega debito pubblico dell'occidente

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10.08.2024

Gli Stati Uniti fanno da apripista, come sempre: le politiche di welfare di questi anni - tra pensioni, sanità e assistenza ai migranti - hanno proiettato a livello stellare il loro deficit. E con un analogo rischio di stabilità finanziaria c’è l’Europa...

Se la candidata democratica Kamala Harris dovesse fare il tifo per il suo avversario Donald Trump? Perché entrando alla Casa Bianca, lei da democratica ultrà dei diritti delle minoranze e, almeno a parole, dei derelitti potrebbe dover rinunciare all’eredità che le lascia Joe Biden o rinnegare sé stessa. Gli Stati Uniti hanno un debito monstre: 34 mila miliardi di dollari, circa il 60 per cento di quello dei Paesi dell’Ocse, ma hanno soprattutto il deficit fuori controllo. Il Congressional budget office (un organismo molto simile al nostro Ufficio parlamentare di bilancio) lo stima al 6,7 per cento del Pil, cioè 1.640 miliardi di dollari, la cifra più alta mai raggiunta negli Usa in un periodo non connotato da crisi. Si potrebbe pensare che questa sia una faccenda che riguarda solo chi sta dall’altra parte dell’Atlantico, e invece - per dirla con Italo Calvino - leggendo bene questi conti se ne deve ricavare una «lezione americana»: il deficit e il conseguente gonfiarsi del debito sono il vero punto di debolezza dell’Occidente. Non tanto, o non solo per l’entità, ma soprattutto per le ragioni che lo determinano.

Ci sono almeno quattro linee guida dell’Ovest del pianeta che vengono messe in discussione da questi conti: la prima è che la politica monetaria possa tutto, la seconda è che il welfare sia sostenibile con la fiscalità, la terza è che le politiche migratorie di accoglienza diano benefici economici immediati, la quarta è che uno sviluppo a prescindere dal dato demografico assicuri comunque l’equilibro del sistema della protezione sociale. Sono i temi sui quali i democratici americani, e dunque Harris, si dovranno confrontare per tentare di riequilibrare i conti pubblici semmai continueranno a governare, ma sono le scadenze che da Washington s’allungano soprattutto verso l’Europa. Si può ben pensare che anche la Cina non stia messa meglio e che dunque occuparsi del debito e del deficit generato dai sistemi........

© Panorama


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