Balleri, la Ferrari e la figlia del Che: «Fu un dramma lasciare Livorno»
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LIVORNO. Sì il cuore, sì i tifosi, sì la maglia. Sì il ritorno in serie A della Vecchia Unione dopo 55 anni: però non si vive solo di ricordi, per quanto siano belli e irripetibili. «Purtroppo con cinque figli (con due mogli, ndr) non potevo permettermi di fare il disoccupato dopo il tracollo della società amaranto di Aldo Spinelli...». Auto carica: moglie, ragazzi e bagagli. Addio Livorno, direzione Genova: sono tre anni che David Balleri, 53 anni, vive in Liguria, Riviera di Ponente, zona Varazze. «All’inizio fu dura lasciare la mia città che avevo ritrovato dopo aver fatto il giramondo sin da quando ero ragazzo; perché pensavo che non sarei mai più andato via...».
L’uomo del coast to coast, il padrone della fascia destra, il Pendolino instancabile che calibrava cross al bacio sulla zucca di Cristiano Lucarelli, prova ancora dolore se ripensa al passato.
La lealtà
«A Livorno ho trascorso sei anni in maglia amaranto (dal 2002 al 2008, 163 presenze, 608 totali, ndr), i più belli della mia carriera, e altri sette alle dipendenze della società con varie mansioni: ricoprii anche il ruolo di team manager». Chiarisce: «Mi sono fatto da solo, ho lottato tanto per arrivare. Io rispetto chi mi dà lo stipendio. Mai fatto il ruffiano del padrone, però se sposo un progetto poi non tradisco, non è che da una parte ritiro i soldi e da quell’altra parlo male alle spalle».
Il grazie
«Ad Aldo Spinelli – sottolinea – posso solo dire grazie e quando affermavo che dopo di lui il Livorno sarebbe andato incontro a stagioni difficili, alcuni non mi credevano. Il motivo per il quale Spinelli ha assistito al fallimento........
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