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Bambino sopravvive al distacco dei supporti vitali e manda nel pallone il giudice

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26.09.2024

Non solo è sopravvissuto: il bimbo inglese di 4 anni a cui ad aprile erano stati staccati i supporti vitali sta migliorando. E il giudice che aveva autorizzato il King’s College Hospital di Londra al distacco ora ha revocato la sentenza con la quale aveva limitato all’inizio dell’anno i trattamenti di cura: il piccolo è a casa sua, respira autonomamente, non ha bisogno di catetere e nutrizione artificiale.

«Ha travolto tutte le aspettative mediche e il suo caso sottolinea la massima che “la medicina è una scienza dell’incertezza e un’arte della probabilità”», ha affermato il giudice Nigel Poole dopo aver «riflettuto con ansia» sul suo precedente giudizio ed essere arrivato alla conclusione che allora fosse «giustificato» dalle prove fornite dall’ospedale e dagli avvocati della famiglia che «non erano riusciti a indicare alcun caso segnalato in cui un bambino fosse sopravvissuto per mesi dopo la sospensione del trattamento di sostegno vitale a seguito di una decisione del tribunale».

Senza il respiratore il bambino «morirà entro pochi giorni»


Accade nel Regno Unito: il piccolo, nato nel 2020 sordo e cieco, con una malformazione cerebrale, era stato ricoverato nel 2023 in seguito a una infezione che si era diffusa al cervello, aveva subito due infarti e da allora era rimasto intubato e sottoposto a ventilazione artificiale. Le cose erano finite come da copione nel Regno Unito, cioè in tribunale. Dapprima i medici avevano chiesto e ottenuto dal giudice Poole (sentenza del 17 gennaio 2024) l’imposizione di un limite ai trattamenti: in caso di arresto cardiaco il piccolo non sarebbe stato rianimato. Poi, il 22 febbraio, avevano avanzato richiesta di rimuovere di sostegni vitali. Ma i genitori, cristiani ortodossi – identificati come “il signore e la signora R” – si erano opposti.

Negato loro un rinvio dell’udienza e il tempo di presentare una seconda valutazione per trasferire il piccolo in Italia, in un ospedale “associato al Vaticano”, con la seconda sentenza (23 aprile 2024) il giudice Poole aveva nuovamente avallato la posizione dei medici secondo i quali non c’erano prove che il bambino avesse «consapevolezza dell’ambiente che lo circondava» ed era «struggente» vederlo «peggiorare e sapere che nessuna delle terapie potrà migliorare la sua vita e che è impossibile offrirgli una vita senza dolore». I clinici non sapevano se e quanto il bambino soffrisse ma erano convinti che non ci........

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