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Pro Pal. Se non è educato, il “grido del cuore” è solo un grido

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25.09.2025

In merito alle imponenti (e talora violente) manifestazioni Pro Pal che si sono tenute lunedì scorso, mi è capitato di leggere un articolo uscito sull’Osservatore Romano il giorno successivo (23 settembre) firmato da don Elia Carrai, intitolato “Perché è sbagliato guardare solo agli episodi di violenza”.

Mi pare di capire che la tesi di fondo del pezzo di padre Carrai sia che, in un panorama in cui siamo spesso tentati di criticare i giovani per la loro apatia crescente, sia da valorizzare l’accorrere copioso e appassionato dei ragazzi scesi in piazza per manifestare contro l’ingiustizia in atto a Gaza che sta mietendo uno straziante numero di vittime innocenti. Come a dire: il cuore dei ragazzi è ancora vivo, e in esso risiede un grido che chiede verità e giustizia.

Condivido pienamente, come fa don Elia, l’urgenza di ribadire a tanti adulti stufi e scettici che il cuore dei ragazzi non è cambiato: esso ancóra, sebbene atrofizzato da molte cose, ha le medesime esigenze di Bene che ha avuto in ogni tempo.

Tuttavia, da educatore e da padre, e indegnamente da cristiano, mi permetto di dissentire sulla sostanziale bontà e sulla ragionevolezza del partecipare a manifestazioni come quelle di lunedì scorso. Senza scandalizzarmi di chi l’ha fatto, ritengo infatti che non ogni tentativo di risposta a cui il grido del nostro cuore si........

© Tempi