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Haiti, città in mano alle gang. «Perché nessuno interviene?»

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23.10.2024

È sempre più drammatica la situazione ad Haiti dove «la gente è allo stremo e chiede aiuto. Autorità, ascoltatela ed agite di conseguenza. La situazione è seria, fate tutto il possibile per chiudere il rubinetto del sangue che scorre nel paese. Ve lo chiedo fermamente e con tutto il rispetto a nome della Chiesa e di tutto il popolo di Dio che soffre». È questo il coraggioso messaggio di condoglianze per i parenti delle oltre 115 vittime della gang “Gran Grif de Savien” fatto dal 62enne arcivescovo di Port-au-Prince, Max Leroy Mésidor.

Si è trattato dell’ennesimo massacro nel martoriato dipartimento dell’Artibonite, nel nord-ovest di Haiti, il 3 ottobre scorso, nel comune di Pont-Sondé. «Tutta Haiti è malata e l’intero paese soffre da molto tempo, ma i dipartimenti dell’ovest (quello della capitale Port-au-Prince, controllato per l’80 per cento dalle gang, ndr) e dell’Artibonite, i due più grandi del paese, stanno peggio», ha spiegato l’arcivescovo di Port-au-Prince, che da novembre presiede anche la Conferenza episcopale di Haiti dove la nunziatura è vacante dal 25 gennaio scorso.

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«Esiste un progetto segreto per smantellare i due dipartimenti e per porre fine ad Haiti?», chiede a nome della comunità locale monsignor Mésidor, visto che «ogni settimana arrivano urla terrificanti ed è la morte........

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