Una tavola apparecchiata nella piazza centrale di Tel Aviv dove ogni giorno si riuniscono i parenti degli ostaggi. Una lunga tavola che era stata imbandita all’indomani del massacro del 7 ottobre. Un segno della festa che avrebbe accolto i rapiti al loro ritorno, ma almeno 113 sono ancora nelle mani di Hamas, e si pensa che 30 siano morti anche se non si hanno notizie certe. Di altri dodici sono stati recuperati i corpi martoriati. Tre uccisi durante una incursione, un raid delle forze speciali israeliane per liberarli.
Pesach e quei posti vuoti alla tavola degli ostaggi
Sono 112 gli ostaggi liberati, che sono tornati a casa e hanno potuto raccontare l’orrore in cui vive chi è prigioniero nei tunnel dei terroristi. La tavola è in parte stata coperta da drappi di iuta, con sabbia e chiodi infissi: segno dei posti sarebbero dovuti sedere quanti sono stati uccisi. Altri posti vuoti sono preparati con cura, attendono, e ci sono anche i seggioloni per i bambini più piccoli, come Arel e Kf...

Contenuto riservato agli abbonati: abbonati per accedere.

Già abbonato? Accedi con le tue credenziali:

Indirizzo email

Password

Memorizza queste credenziali

Password dimenticata?

«È la Pasqua più triste per Israele»

«È la Pasqua più triste per Israele»

Una tavola apparecchiata nella piazza centrale di Tel Aviv dove ogni giorno si riuniscono i parenti degli ostaggi. Una lunga tavola che era stata imbandita all’indomani del massacro del 7 ottobre. Un segno della festa che avrebbe accolto i rapiti al loro ritorno, ma almeno 113 sono ancora nelle mani di Hamas, e si pensa che........

© Tempi