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Zanon: «La Lombardia non può e non deve varcare il Rubicone sul fine vita»

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11.10.2024

Nel 2019 la Corte Costituzionale non ha affermato nessun diritto al suicidio assistito. E nessun dovere da parte del Servizio Sanitario Nazionale di erogare “la prestazione”. Introdurre un nuovo diritto spetta infatti solo al legislatore nazionale. E se il parlamento latita, non spetta a una Regione supplire con una legge regionale, tanto meno una legge che afferma il «diritto all’erogazione» e modalità per garantire «la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile».

Lo ha ribadito con forza il professor Nicolò Zanon, giudice emerito della Corte Costituzionale ai consiglieri lombardi riuniti in Commissione Affari Istituzionali e Sanità nella quinta giornata di audizioni sulla proposta di legge promossa dall’Associazione Coscioni sul suicidio assistito. «Voi avete fatto tanti ragionamenti di merito sul contenuto della legge – ha premesso il costituzionalista a fronte delle tante domande sul pdl dei radicali -. Nel merito di quello che sarebbe meglio fare potremmo al limite essere anche tutti d’accordo, ma quando si ragiona del rapporto Stato-Regioni il problema non è “come” e “cosa”, ma “chi”. Non è un sofisma: il problema è chi interviene». La Consulta si è già pronunciata più volte in questo senso: non sul contenuto ma sull’esistenza stessa di leggi regionali “fuori competenza”. E il testo del pdl dei Coscioni sconfina abbondantemente.

«Non cercate nella sentenza risposte a problemi che la Corte non si è posta»

La posizione di alcuni consiglieri che si rivolgono a Zanon è chiara: evocano “l’incertezza” tra costituzionalisti sul tema, sposano la linea del professor Vladimiro Zagrebesky (il magistrato, già giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, è intervenuto nella stessa giornata di audizioni) ritenendo che le sentenze costituzionali abbiano forza di legge e indichino i princìpi generali in assenza di una normativa nazionale, permettendo così alle Regioni di legiferare i dettagli relativi ai tempi, procedure, strutture per erogare tramite Ssn il suicidio assistito, e assicurando (art.3 della Costituzione), parità di trattamento a tutti i cittadini.

«Farei fatica a dire che su un tema del genere c’è incertezza», ribatte Zanon, sottolineando che la normativa incaricata di non creare distinzioni e discriminazioni sul territorio nazionale e assicurare uniformità è quella statale, ma soprattutto contestando la natura delle obiezioni poste dai presenti. «Qualcuno di voi ha sottolineato che........

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