Sulla strada di don Oreste Benzi, il pazzo di Dio

Nessuna paura delle tenebre, scandaglia la nebbia con colbacco e corone del rosario in mano, chiama le prostitute nascoste come animali nel buio umido, «Sister! Dont’be afraid! Dont’be afraid! I’m father Oreste Benzi, father!», la sua voce è un’allegra risacca di inglese e accento romagnolo. E queste a sentirlo escono dalle tane nebbiose e gli corrono incontro con gioia e gran chiasso. «Non abbiate paura. La polizia non può farvi nulla se io sono qui. Siete cristiane o no? E a Gesù piace questo lavoro? E allora! Se voi uscite dalla strada io vi do: casa, permesso di soggiorno e lavoro. Ma un onesto lavoro».

Tutte sanno chi è, e che dice la verità, lo sanno i magnaccia, quelli del racket che gli hanno puntato la pistola alla tempia, la polizia, i tossici della stazione, lo sanno anche i bambini disabili, lo sanno in tv, dove va a suonarle ai politici («Mi fate paura») e ai giovani («Ma come fate a essere già vecchi spiritualmente, a non fare niente!»): è un folle di Dio, il parroco “dalla tonaca lisa”, quello che fa di ogni sgangherato una pietra angolare; ogni povero cristo è per lui Cristo in persona, ogni vita corrosa da male, vizio, peccato è una vita per la salvezza. Oreste Benzi, di Sant’Andrea in Casale, comune di San Clemente, campagna riminese. Servo di Dio.

Frame dal film “Il pazzo di Dio, la strada di Don Oreste Benzi” di Kristian Gianfreda

Al cinema la strada di don Benzi, il pazzo di Dio

E ora lo sappiamo anche noi, caricati in macchina da Kristian Gianfreda, assessore al Welfare di Rimini ma soprattutto regista folgorato a 25 anni da don Benzi, una vita con la telecamera alle costole del “pazzo di Dio”. Qui non si può dire troppo del suo film documentario che esce oggi al cinema, in occasione dell’anniversario della scomparsa (2 novembre 2007), il rischio è dissipare con le parole un’opera formidabile: Il pazzo di Dio, la strada di Don Oreste Benzi è a tutti gli effetti un viaggio guidato dai “suoi” della Comunità Giovanni Papa XXIII, dai molti che lo hanno incontrato (da Zamagni a Vespa), e che fa tappa ovunque «l’infaticabile apostolo della carità» (così lo chiamava Papa Benedetto), che macinava chilometri in auto, si sia fermato per piantare croci, chiese e capanne, pescare uomini.

Un viaggio che inizia........

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