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Scopre che le cure di genere non funzionano e non pubblica lo studio

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26.10.2024

«Non dobbiamo pubblicare uno studio che affermi che stiamo danneggiando i bambini, perché le persone che dicono che stiamo danneggiando i bambini userebbero lo studio come prova del fatto che stiamo danneggiando i bambini, il che potrebbe rendere difficile continuare a danneggiare i bambini». J.K. Rowling ha riassunto perfettamente l’incredibile ragionamento argomentato dalla dottoressa Johanna Olson-Kennedy al New York Times.

Chi è Johanna Olson-Kennedy? Un medico che gestisce la più grande clinica per adolescenti transgender degli Stati Uniti presso il Children’s Hospital di Los Angeles. Una convintissima sostenitrice dei trattamenti di genere per adolescenti e che in qualità di esperta ha deposto in loro difesa numerosissime volte in tribunale contro i divieti statali.

Così convinta che nel 2015 viene incaricata di condurre un studio dalle grandi ambizioni: dimostrare che il “protocollo olandese” funziona, le cure di genere migliorano la salute mentale dei bambini. Insieme ai colleghi ne recluta 95, da tutto il paese, somministra loro i bloccanti della pubertà, impedisce lo sviluppo di cambiamenti fisici permanenti che avrebbero potuto aggravare la loro disforia. Per due anni li segue raccogliendo dati.

«Lo studio dimostra che le cure di genere non funzionano. Perciò non lo pubblico»

Ora però di anni ne sono passati quasi dieci. Lo studio, attesissimo, parte di un progetto multimilionario finanziato dal National Institutes of Health, il primo negli Stati Uniti a valutare i risultati a lungo termine del trattamento medico per i giovani transgender, costato quasi dieci milioni di dollari, non è mai stato pubblicato. Perché?

Perché, ha risposto candida Olson-Kennedy, il trial americano non ha confermato il protocollo olandese. E i risultati potrebbero, testuale, alimentare attacchi politici che hanno già portato a vietare i trattamenti per giovani transgender in oltre 20 stati, uno dei quali sarà presto esaminato dalla Corte Suprema. Capito? No? «Non voglio che il nostro lavoro diventi un’arma», ha tagliato corto il medico. «Deve essere esatto, chiaro e conciso. E questo richiede tempo».

Tempo? Dieci anni per 95 bambini? Hilary Cass ce ne ha messi quattro per mettere fine all’incubo di 9.000 giovani che hanno seguito tali cure tramite l’Nhs inglese nell’ultimo decennio, affermando senza mezzi termini: la terapia di genere «è un fallimento».

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