Così parlò Linda Conchetto, 18 anni, del Lido di Venezia: «Ho deciso che oggi non mi sottoporrò all’esame orale, non certo perché io ne abbia paura o perché non abbia studiato, ma perché non voglio accettare il vostro giudizio che non rispecchia il mio lavoro e perché non tollero la mancanza di rispetto nei miei confronti».
Così parlò Linda Conchetto e i giornali ne fecero Zarathustra: Linda («promessa dell’atletica leggera e già ammessa con borsa di studio per meriti sportivi alla Miami University in Ohio»), insieme alle compagne Virginia Gonzales y Herrera e Lucrezia Novello della terza A del liceo classico Foscarini che hanno deciso come lei di fare scena muta all’orale della maturità, «aveva tutto da perderci ma ne ha fatto una battaglia di dignità» (Corsera).
Così parlò Linda e i giornali ne fecero Zarathustra
Linda non è il cammello che porta pesi e porge l’altra guancia, ma il leone che se ne libera dicendo “un sacro no anche di fronte al dovere”, tanto a farne il fanciullo dell’ultima metamorfosi dello spirito ci pensa poi Gramellini, per cui Linda è «una spremuta purissima di adolescenza ed esprime le meraviglie e i limiti di quell’età, che ormai per molti si protrae fino alle soglie della pensione. Un po’ mi riconosco nel suo cupio dissolvi narcisistico: talvolta mi è capitato di prendere decisioni che andavano contro i miei interessi all’unico scopo di far sentire in colpa chi considerassi responsabile di avermi inflitto un torto», «Si è sacrificata per la causa».
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