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«Da oggi a Milano l’erba sarà più alta»: l’assessora comunale all’Ambiente e al Verde Elena Grandi lo ha annunciato così, accosciata nell’erba in giacchetta verde e fiorellini d’ordinanza. «In 54 aree della città, 1 milione e 300 mila metri quadrati, l’erba sarà mantenuta alta e gli sfalci ridotti», ha declamato nella sua ecloga agreste alla città diffusa via social, «perché crediamo che sia fondamentale tutelare la biodiversità, tutelare tutto quel mondo che nel prato vive e sopravvive grazie ai fiori e all’erba alta» e «per tutelare l’umidità dei prati che sempre più dovranno affrontare stati siccitosi grazie all’effetto drammatico dei cambiamenti climatici».

Siamo al verde, evviva il verde

Milano come la campagna d’Arcadia! Mandare a mente, amministratori qualora cercaste un modo bucolico per dire che il Comune è al verde e potare costa: forza erba alta, forza mondo del prato, forza biodiversità, eccetera. Pensare che già un anno fa l’assessora di Milano stava all’ispirazione come il Virgilio della Padania a Teocrito: «L’erba del vicino è sempre più verde. Anzi la più alta – scriveva ancora su Instagram -. Francoforte ha fatto una scelta precisa per tutelare ecosistemi e biodiversità. In molti parchi e giardini e aiuole della città l’erba è lasciata alta eppure i bambini giocano lo stesso e le persone si sdraiano nei prati. Stiamo provando a fare lo stesso a Milano, riducendo la frequenza degli sfalci».

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Dopo di che, tra frate sfalcio e sorella erba alta, si erano messi di traverso quei milanesi che invece della Tesla – e di sognare il fremito di aprire lo sportello in coda, prendere un filo d’erba e metterselo in bocca, o usare il monopattino sentendosi so green -, avevano l’amico a quattrozampe. E gridavano: “Forasacchi! Forasacchi”, come la spighetta a punta di freccia e foglie di lama celebre tra i padroni di cani e gatti perché una volta entrata in qualche “sito anatomico” non esce più – ma proprio più più più. Una spighetta prodotta dalle graminacee selvatiche che infestano le aree verdi di Milano costringendo ogni santa primavera i veterinari a broncospie, chirurgie, lobectomie sugli animali e sottoscrivere petizioni sui social o change.org per dire, in sintesi: “Falciatela!”.

Il famosissimo miele di Beppe Sala

Ma l’assessora della via Gluck, incurante del refrain “a Milano più cani e gatti che bambini”, già vedeva sfilare le stagioni, le farfalle e gli impollinatori con l’entusiasmo di quando aveva inserito nell’odg del Municipio 1 l’idea di piazzare le arnie su Palazzo Marino: «Produrremo il miele del sindaco come già avviene a Parigi, New York e in tantissime altre città del mondo».

E mentre le zecche plaudivano sgranocchiando caviglie e qualcuno ribattezzava l’happy hour delle 18 “aperitopo”, in onore dei roditori che molto biodiversamente parlando andavano stabilendosi in area C e B dopo l’intifada degli scoiattoli grigi, l’erba cresceva.

Prato e milanesi in fiore nei giardini Biblioteca degli Alberi a Porta Nuova Bosco Verticale, 9 maggio 2021 (foto Ansa)

“Ciumbia, anche a Francoforte si rotolano nell’erba”

Si sa, da erba a erbaccia è un attimo, ma alzi la mano chi non subisce a Milano l’irresistibile fascino del degrado emanato dall’erba alta che si riprende le carreggiate, lo spartitraffico, le panchine, porzioni di parco, donando a tutti la possibilità di tuffarvisi dentro pensano “ciumbia, anche a Francoforte fanno così”.

La biodiversità non cresce mica sugli alberi

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E correre come Heidi del Cantone dei Grigioni o Clara di Francoforte verso l’immancabile Capanna dello Zio Rom (copy Andrea Pinketts) che dai tempi di Kerouac sorge sempre in prossimità di aree incolte riconvertite a bagni biologici e di erba alta in cui nascondere roba, monnezza, e soprattutto, come ha ben scritto tante volte il nostro Rodolfo Casadei, sotterrare la consapevolezza che la biodiversità è una cosa serissima, non cresce mica sugli alberi, figuriamoci tra i grattacieli e il Lorenteggio, e a farla facile si rischia quasi sempre il disastro.

Che bella l’erba, fumarsi l’erba, rotolarsi nell’erba

Ma queste son son preoccupazioni da orsi trentini e lupi della Sila, a tutti i milanesi piace trasformare i balconi in “oasi ecologiche”, i tetti in “roof garden”, farsi i selfie con le mega graminacee perenni “by Piet Oudolf” sotto il Bosco Verticale, spararsi le pose con gli allergici dipendenti dall’inalatore sentenziando che asma, rinite e compagnia soffocante sono «colpa dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e della poca biodiversità», mica dei pollini appunto da cupressaceae, graminaceae, corilacee, betulacee che inondano il marciapiede.

Insomma, ma quanto è bella Milano che si atteggia ad orto botanico, coi suoi “1,3 milioni di metri quadrati a sfalcio ridotto” nuovi di zecca, coi suoi quasi 500 mila alberi (è la città con più alberi d’Italia), con 1 cane ogni 11 abitanti, 1 gatto ogni 30 (è la città record degli animali) e 0,7 neonati ogni 100 abitanti (tutelare la biodiversità è un concetto opinabile)? Ma quanto è bella l’erba, fumarsi l’erba, condividere l’erba, fotografare l’erba e chiedersi se l’assessora al Verde ha mica letto Stephen King?

Forza erba alta! La campagna d’Arcadia dell’assessora milanese al verde

Forza erba alta! La campagna d’Arcadia dell’assessora milanese al verde

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«Da oggi a Milano l’erba sarà più alta»: l’assessora comunale all’Ambiente e al Verde Elena Grandi lo ha annunciato così, accosciata nell’erba in giacchetta verde e fiorellini d’ordinanza. «In 54 aree della città, 1 milione e 300 mila metri quadrati, l’erba sarà mantenuta alta e gli sfalci ridotti», ha declamato nella sua ecloga agreste alla città diffusa via social, «perché crediamo che sia fondamentale tutelare la biodiversità, tutelare tutto quel mondo che nel prato vive e sopravvive grazie ai fiori e all’erba alta» e «per tutelare l’umidità dei prati che sempre più dovranno affrontare stati siccitosi grazie all’effetto drammatico dei cambiamenti climatici».

Siamo al verde, evviva il verde

Milano come la campagna d’Arcadia! Mandare a mente, amministratori qualora cercaste un modo bucolico per dire che il Comune è al verde e potare costa: forza erba alta, forza mondo del prato, forza biodiversità, eccetera. Pensare che già un anno fa l’assessora di Milano stava all’ispirazione come il Virgilio della Padania a Teocrito: «L’erba del vicino è sempre più verde. Anzi la più alta – scriveva ancora su Instagram -. Francoforte ha fatto una scelta precisa per tutelare ecosistemi e biodiversità. In molti parchi e giardini e aiuole........

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