L’Onu ha fallito i suoi obiettivi sulla povertà, e adesso?

Mentre il 2025 volge al termine, è naturale rivolgere il pensiero al bene che possiamo fare nell’anno che viene – non solo per le nostre famiglie e comunità, ma per il mondo intero. Le feste non sono soltanto un momento per buoni propositi personali, ma anche per porsi una domanda più grande: come possiamo aiutare i poveri del mondo nel modo più efficace possibile?

Il tentativo delle Nazioni Unite di rispondere a questa domanda, di fatto, è fallito proprio quest’anno. Dieci anni fa l’Onu si era impegnata a fare tutto per tutti attraverso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile: sconfiggere povertà, fame, malattie, disoccupazione, cambiamento climatico e guerra entro il 2030. Il rapporto sui progressi pubblicato quest’anno ha ammesso una verità dolorosa: solo il 18 per cento dei 169 obiettivi è sulla buona strada, mentre un terzo è fermo o addirittura in regressione. Se la fame globale è leggermente diminuita, l’arresto della crescita infantile è aumentato in Africa. E la crisi dell’apprendimento — per cui oltre la metà dei bambini di dieci anni nei paesi poveri non sa leggere una frase semplice — è rimasta praticamente invariata.

Fallita la lotta alla povertà dell’Onu, cosa possiamo fare?

Di queste difficoltà dello sviluppo si è parlato poco perché il 2025 è stato già affollato di emergenze geopolitiche ed economiche. La guerra della Russia in Ucraina ha continuato a far salire i prezzi di cibo e fertilizzanti. I conflitti in Medio Oriente e in Sudan hanno........

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