Giustizia, la partigianeria della Corte Costituzionale

Sono di notevole gravità le affermazioni che l’ex vicepresidente della Corte Costituzionale ha voluto non certo pour cause rendere nel corso della presentazione dell’ultimo libro di Alessandro Barbano, giustamente caustico su quella commedia all’italiana che è stata ed è ancora la vicenda dell’Hotel Champagne e del susseguente caso Palamara. Ha detto, in parole povere, l’ex giudice della Corte Costituzionale che quest’ultima, in occasione della decisione sul conflitto di attribuzioni tra Csm e Parlamento circa l’utilizzabilità di intercettazioni nelle quali era convolto il parlamentare Cosimo Ferri, ha calpestato la tanto declamata Costituzione: e, andando contro stabili ed anche recenti proprie pronunce, ha concluso nel senso dell’utilizzabilità d’intercettazioni nelle quali è coinvolto un parlamentare, purché, bontà loro, questi non sia iscritto nel registro degli indagati. Una decisione talmente enorme, che il relatore – l’autorevole giudice Franco Modugno, tra i più noti costituzionalisti italiani – si rifiutò di redigerla, con la conseguenza che la sentenza fu passata al giudice costituzionale Petitti, per avventura proveniente dalle file di Magistratura Democratica, il ‘partito’ di sinistra dei giudici. Il caso è davvero scabroso. Esso denuncia una partigianeria dell’arbitro massimo dell’ordinamento italiano – la Corte Costituzionale, appunto........

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