C’è chi non conosce il duro lavoro degli agricoltori

Le proteste in queste settimane animate dal mondo dell’agricoltura dimostrano un’evidente sottostima dei pesanti problemi che in quell’ambito sono andati maturandosi in decenni di gestione politicamente amministrata del lavoro nei campi. Un’evidente prova dello scollamento tra dirigenze e realtà produttiva si ha nelle reazioni che dalla gran parte dei commentatori si sono avute nei riguardi delle proteste in corso, potenzialmente assai minacciose. Sui ‘grandi giornali’ – che dovrebbero essere i luoghi di formazione dell’opinione pubblica critica ed avveduta – si sostiene diffusamente che gli operatori del mondo agricolo non avrebbero giustificazioni nel loro manifestare; essi non si renderebbero conto che – non fosse stato per le benefiche sovvenzioni dell’Unione Europea da decenni fonte di erogazione di ingenti contributi, sorta di manna dal cielo – nemmeno avrebbero potuto montare sui trattori utilizzati per simboleggiare la loro molto sentitissima protesta. Insomma, gli agricoltori non sanno quel che fanno mentre, se leggessero i giornali, s’aprirebbe il loro insufficiente comprendonio e potrebbero capire finalmente in qual privilegiata condizione si trovino, interrompendo immediatamente sì ingiustificate proteste, al più sussumibili a segni d’ingratitudine nei confronti della generosa madre europea. Ora, un simile modo di ragionare può provenire........

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