"Il pianto di Sangiuliano è come il pianto di Ferragni”: Paolo Iabichino sul caso Boccia

Lui parla ai microfoni del Tg1, per venti minuti racconta la sua versione, mostra documenti, chiede scusa, si commuove. Lei prima commenta lapidariamente con due storie su Instagram sollevando ancora dubbi, poi risponde il giorno dopo con un post, difendendosi dall’accusa di essere una ricattatrice e insinuando la presenza di una “terza persona” alla regia di tutto lo scandalo. La telenovela Sangiuliano-Boccia, triste ma vero, ha appassionato un intero Paese. Da una settimana, smartphone alle mani, seguiamo con ansia aggiornamenti, colpi di scena, nuovi scoop e dettagli di una battaglia mediatica che è molto di più di un litigio amoroso.

Una vicenda in cui la comunicazione – giusta o sbagliata che sia – ruba la scena. Per questo ne parliamo con Paolo Iabichino, esperto in materia, scrittore pubblicitario e già direttore creativo esecutivo del Gruppo Ogilvy Italia, partendo da un dato oggettivo.

Ovvero: Maria Rosaria Boccia tace, almeno fino ad ora, con i giornalisti, ma quotidianamente sforna in modo autonomo, quasi compulsivo, foto, video tra le stanze di Montecitorio, email, registrazioni telefoniche, storie in cui smentisce il ministero e la stampa, non senza errori, sbavature e frasi tipicamente da “boomer” se vogliamo. E il profilo cresce in modo........

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