Prima della Scala 2025, in scena 'Lady Macbeth' Šostakóvic. Proteste di pro Pal, sindacati e centri sociali /

Milano, 7 dicembre 2025 – Undici minuti di applausi per 'Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk' di Dmítrij Šostakóvič, diretta magistralmente da Riccardo Chailly, con la regia innovativa di Vasily Barkhatov, che questa sera ha dato il via alla stagione del Teatro alla Scala di Milano. Particolarmente calorosi per l'impeccabile soprano Sara Jakubiak (Katerina L'vovna Izmailova), il basso Alexander Roslavets (Boris Timofeevi Izmailov) e il tenore Najmiddin Mavlyanov (Sergej), e soprattutto per il maestro Chailly.

Il sipario si è alzato alle 18 ed è calato alle 22 circa, davanti a numerose personalità di primo piano del panorama artistico, politico e culturale italiano. Grandi assenti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la premier Giorgia Meloni. Presente la senatrice a vita Liliana Segre, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il ministro alla Cultura Alessandro Giuli e il Sottosegretario di Stato per la Diplomazia Pubblica degli Stati Uniti, Sarah Rogers. 

Prima dello spettacolo, come ogni anno, si sono tenute proteste in piazza: bandiere, striscioni e manifestanti – centri sociali, sindacati e pro Pal – si sono radunati oltre le transenne che delimitano gli spazi di accesso al teatro.

Sarà Davide Oldani, due stelle Michelin e stella verde per la sostenibilità al ristorante ‘D'O’ di Cornaredo, in provincia di Milano, a firmare il menù della cena di gala per la Prima della Scala, in programma come da tradizione il 7 dicembre, giorno di Sant’Amborgio, e ospitata nella cornice della Società del Giardino di Milano. "È un privilegio poter onorare la mia città natale con la mia cucina. Amo Milano in ogni suo aspetto, e l’appuntamento del 7 dicembre racchiude tutto ciò che di bello può offrire: cultura, musica, canto e, a corollario, il cibo. Il menu è stato pensato con alcuni tocchi milanesi su una base di cucina italiana classica", aveva commentato lo chef Oldani, il giorno in cui era stata data la notizia. Allievo di Gualtiero Marchesi, la scelta di Oldani non stata è casuale: affonda le radici in una storia ventennale, nella coerenza di una filosofia che ha rivoluzionato in silenzio il panorama gastronomico con grande passione, competenza e determinazione.

La serata si aprirà con un aperitivo a passaggio. Il menù prevede: Artisia – “Spaghetto” e crema di cavolfiore; vellutata di zucca con semi tostati, polvere di caffè e sciroppo al balsamico; baccalà tiepido setato con uvetta appassita; cappelletti al burro nocciola e profumo di salvia; "Rustin Negàa" di vitello con spinaci e fico al vino passito; dolce al cioccolato, mandorla e salsa all’arancia. In abbinamento, i vini delle tenute della famiglia Moretti, con Bellavista partner ufficiale del Teatro alla Scala sin dal 2004.

"Non mi aspetto mai nulla e anche questo successo non me lo aspettavo. Ricevere un riscontro così grande dal pubblico per il 7 dicembre è stato fantastico". A dirlo nel backstage del Teatro alla Scala è Vasily , il regista che ha firmato 'Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk' di Dmitrij Shostakovich. Tra le sorprese per il pubblico stasera se ne sono distinte due: il fuoco e il camion in scena. "Soprattutto il fuoco nel finale - rivela il regista -. A ispirarmi è stata partitura, Shostakovich. Tutta l'ispirazione è nella partitura del compositore". Quanto ad alcune scene sensuali, "l'idea non era renderle per la tv - ha osservato -. Ho solo raccontato la storia. Tutto qui. Non ho cercato di coprire qualcosa o di cambiare qualcosa".

"E' un'opera importante con un cast fantastico. Non si possono giudicare i propri figli ma sono molto felice, è una idea che abbiamo concepito anni fa con Chailly e sono felice di averla portata fino in fondo, ne valeva la pena". Cosi' l'ex soprintendente della Scala Dominique Meyer al termine dell'opera che ha inaugurato la stagione lirica del Piermarini.

 

"Questo è solo l'inizio di quella che sarebbe l'ultima stagione" di Riccardo Chailly da direttore musicale della Scala, ma non è la fine del suo rapporto con il teatro. Lo ha assicurato il sovrintendente Fortunato Ortombina dopo la Prima di 'Una lady Macbeth del distretto di Mcensk'. 'L'abbraccio" a suon di applausi che gli ha tributato il pubblico va alla sua lunga carriera alla Scala, ma "la strada è ancora lunga". "Continuerà - ha aggiunto -. Andiamo avanti così'. 

 

"La mia Katerina? E' stata una tigre. Non mi aspettavo questo successo, non si aspetta mai una cosa del genere nella vita. Non so dire quanto mi senta fortunata per questo. Penso di aver guidato la macchina a 200 miglia all'ora in questa esperienza. E sono semplicemente felicissima". Appare davvero emozionata, al termine dello spettacolo, Sara Jakubiak, il soprano statunitense, che alla Prima alla Scala ha interpretato il ruolo principale in 'Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk' di Shostakovich, segnando il suo debutto nel prestigioso teatro milanese.

"Non ho tante parole per descrivere questa sensazione - ha aggiunto -. Com'è stato recitare sul palco in questo 7 dicembre? Ho cercato solo di concentrarmi sul lavoro e sulle cose che abbiamo provato, e anche di trovare aspetti nuovi. Mi piace scoprire cose nuove nella musica, nuove sfumature nella messa in scena. Quindi penso che ogni spettacolo sarà diverso. Mi piace lavorare così. Mi sono sentita a mio agio solo dopo 20 minuti. Le difficoltà di quest'opera sono state diverse. "Ci sono 47 Si bemolle acuti in quest'opera - ha confidato il soprano - E poi devi cantare con la voce bassa alla fine. È davvero difficile gestire questo e anche tutta questa messa in scena così passionale. Richiede tanto". La cantante ha in programma una giornata di relax per domani: "Andrò alla spa e poi a dormire - ha rimarcato -. E' come un gioco olimpico, potrebbero creare una categoria per quest'opera".

"Mi è piaciuta molto", così la senatrice a vita Liliana Segre al termine della Prima ha commentato l'opera 'Una lady Macbeth del distretto di Mcensk' che ha aperto la stagione scaligera.

"Forte, potente, grandi messaggi, bellissima": così il presidente della Regione, Attilio Fontana, al termine della Prima ha commentato 'Una lady Macbeth del distretto di Mcensk' che ha aperto la stagione scaligera. 

"A me è piaciuta molto e ho raccolto giudizi positivi. E' un'opera che alla Scala mancava tantissimo, non automatica, non semplice ma credo che il coraggio di Chailly sia stato premiato". Lo ha detto il sindaco di Milano e presidente della Fondazione Teatro alla Scala al termine della messa in scena della Lady Macbeth che ha inaugurato la stagione lirica del Piermarini. "Mi pare una grande opera e soprattutto un grande riconoscimento al maestro. Per Milano - ha proseguito - la Prima e' il rinnovo di una tradizione, ma anche il fatto che in questi momenti difficili ritrovarsi insieme in un luogo come questo con la sua storia, ma anche con la sua apertura internazionale, ha un grande significato".

"Buonissima la Prima e grandissima prova d'orchestra": così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli al termine dell'opera ha commentato 'Una lady Macbeth del distretto di Mcensk' che ha inaugurato la stagione scaligera. 

La tempesta erotica, l'impeto della passione, tradimenti, corruzione e violenza senza redenzione. Ed effetti speciali, come le 'torce umane'. 'Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk' di Dmitrij Sostakovic, diretta magistralmente da Riccardo Chailly, con la regia innovativa di Vasily Barkhatov che questa sera ha dato il via alla stagione del teatro alla Scala di Milano, è stata omaggiata dal pubblico del Piermarini con oltre 11 minuti di applausi. Particolarmente calorosi per l'impeccabile soprano Sara Jakubiak (Katerina L'vovna Izmailova), il basso Alexander Roslavets (Boris Timofeevi Izmailov) e il tenore Najmiddin Mavlyanov (Sergej), e soprattutto per il maestro Chailly.

Non solo un lungo e caloroso applauso finale: dai palchi sono piovuti fiori sul palco, e l'entusiasmo ha attraversato platea, gallerie e palchi come un'onda luminosa. Nessun fischio. Riccardo Chailly, al suo dodicesimo e ultimo 7 dicembre scaligero, ha guidato l'orchestra con chiarezza ed energia, riportando l'opera del compositore russo al centro di uno spettacolo raffinato e sorprendentemente contemporaneo.

Dopo i 12 minuti della 'Forza del destino' (2024), i 13 di 'Don Carlo' (2023) e quelli analoghi di 'Boris Godunov' (2022), la serata di oggi si aggiunge al mosaico delle Prime più applaudite con convinzione dal pubblico scaligero. Il record più recente spetta a 'Tosca' (2019) con 16 minuti. 

 

Alle 21.46 è terminato il quarto e ultimo atto di 'Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk', l'opera del compositore russo Dmitrij Šostakovič che questa sera ha aperto alla Scala la stagione lirica 2025/26. E subito sono partiti gli applausi. Nessun fischio nè dalla platea nè dai palchi e loggione.

 

Sobria ed elegante, con pochi tocchi di colore, ad eccezione del fucsia e del verde smeraldo. Il nero? Obbligatorio. E' stata una Prima alla Scala che ha parlato il linguaggio del rigore e soprattutto quello di Giorgio Armani, scomparso il 4 settembre scorso, al quale molti ospiti hanno voluto regalare un tributo indossando le sue creazioni. Al debutto di 'Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk' di Dmitrij Shostakovich, diretta dal maestro Riccardo Chailly, l'eleganza che ha reso grande il nome dello stilista nel mondo, per anni socio fondatore sostenitore del Teatro, l'ha fatta da padrone. TUTTI I LOOK VIP/ FOTO

"La musica è bellissima, gli interpreti sono bravissimi e l'opera mi sembra molto cinematografica. Mi piace molto questa contaminazione". Così l'attrice Stefania Rocca commentando l'opera. "Amo il personaggio di Katerina, è una donna che non si abbatte mai, che cerca la propria libertà e la propria identità e dimostra che non solo gli uomini hanno coraggio", ha concluso.

La Lady Macbeth di Sostacovik che questa sera inaugura la Prima del Teatro alla Scala di Milano "è un'opera un po' alternativa, ma ormai un classico". È il commento del ministro della cultura Alessandro Giuli, durante il secondo intervallo dell'opera dal destino difficile, nel 1936 dovette scontare la censura stalinista che ne ha imposto trent'anni di oblio.

L'opera affronta "un tema oggi più che mai attuale. Abbiamo fatto grandi passi negli ultimi 40-50 anni in favore dei diritti delle donne, ma è evidente che molto resta ancora da fare''. Lo ha detto Diana Bracco, presidente e amministratore delegato del gruppo Bracco, nonché presidente della Fondazione Bracco, parlando con l'Adnkronos nel foyer del Teatro alla Scala. L'imprenditrice ha sottolineato come, nonostante i progressi ottenuti, si registrino anche arretramenti che preoccupano: "I passi avanti sono stati enormi, ma ce ne accorgiamo anche dai segnali contrari che emergono". Interpellata sull'eventuale rischio che l'opera russa possa scoraggiare il pubblico, Bracco si è detta ottimista: ''Non credo. Il risultato ottenuto con la Prima riservata ai giovani è stato eccezionale. È un'opera che può interessare, che può svegliare i giovani. Speriamo che svegli anche noi". Bracco ha infine ricordato l'impegno delle donne - e degli uomini che sostengono il cambiamento - nel proseguire un percorso culturale ancora incompleto: ''Pensiamo a quanto c'è da fare e a quanto già stiamo facendo. Il cammino è lungo, ma non ci fermiamo''.

Russell Tovey, attore britannico noto per il ruolo di George Sands nella serie Bbc 'Being Human' e protagonista........

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