Maria Lai, con le sue opere, ha tenuto in mano i fili del mondo
Attraverso opere fatte con stoffe, corde, collage, l’artista sarda ha raccontato i legami più profondi. Una sua «fiaba» del 1987, che ora viene ripubblicata, ne esprime la creatività intensa, di immediata poesia
sce una «fiaba di tessuto» di Maria Lai, Tenendo per mano l’ombra (Five Continents). È una riproduzione su carta dell’originale che era composto da pagine di stoffa cucite insieme e collage di tessuti tinti, su cui l’artista ha ricamato figure geometriche, fili e altri materiali. E questa bella edizione offre il motivo per ripensare l’intero lavoro dell’artista sarda, dalla dimensione domestica del tessere alla Land art. La sua storia e la sua persona rappresentano un simbolo di emancipazione femminile trasformando quel che sarebbe dovuto essere l’ordinario (come il lavoro al telaio o in cucina) nella sua arte, per evitare un futuro già stabilito. Parlando della sua vita la Lai ha scritto: «Io fin da bambina avevo sempre bisogno di sfuggire di casa e mi si guardava con un’interrogazione: “Non ti amiamo abbastanza? Perché stai sempre lontana”. Io amavo molto stare sola, nascosta, e mi dicevano: “Ma cosa fai?”. E io ascoltavo il silenzio. Mi sembrava bellissimo. Però naturalmente mi sentivo diversa, mi sentivo sempre un po’ accusata, mi pareva di tradire sempre chi mi amava. E sempre ho avuto il bisogno di creare distanze tra chi mi ama e me. Il vero amore è quello che mi dava mio padre aiutandomi a essere libera anche essendo preoccupatissimo per me». In una mirabile definizione delle proprie opere ha scritto poi: «I nastri sono il simbolo dell’arte, sono leggeri, effimeri, sono appena di un colore, non servono a nulla».
L’opera........© Panorama
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