A Ferrara le donne parlano per tutta l’umanità

Vent’anni di Biennale donna a Ferrara vogliono dire compiuta attenzione e fondamentale verifica di una creatività che vede nella contrapposizione di genere la sua ragione politica, cui la società si è mostrata negli anni sempre più sensibile. Noi decliniamo il mondo plurale al maschile, per una convenzione grammaticale: sorella e fratello sono fratelli; figlia e figlio sono figli; marito e moglie sono coniugi; madre e padre sono genitori, e così via. Ma le parole dell’arte sono tutte femminili, a partire dalla fondamentale: arte. Poesia, creatività, bellezza, estetica, pittura, scultura, architettura, persona; e femminili sono anche poeta, artista. Poi, a interpretarle, nei secoli, abbiamo incrociato solo maschi, come per un diritto genetico. La rimonta è stata lenta, ma inesorabile: prima nella scrittura, con importantissimi esempi; poi, soprattutto a partire dalla seconda metà del secolo scorso, che vuol dire il tempo della mia generazione, la creatività femminile ha raggiunto e superato, come in una coscienza crescente di un diritto elementare, quella maschile, con un avanzamento progressivo e inesorabile, senza conflitto, per riappropriazione. È naturale che la donna crei. Anche la creazione è femminile come la luce, come la notte, come l’ispirazione, come la malinconia, come la nostalgia, come la meditazione, come la fantasia. Ferrara (femmina) nei suoi laboratori di creatività, se ne è accorta, e ne ha fatto farina del suo sacco, con costanza e disciplina, fino ad arrivare a questa felice ricorrenza. Ed ecco la memoria storica che accompagna tale occasione che si è fatta istituzionale e che consacra Ferrara per responsabilità e coscienza civile. Orgogliosa la decisione del comitato organizzatore di ricordare, nel titolo del........

© Panorama