Un'inchiesta andata in onda su Report riaccende i riflettori sui giochi olimpici e sul loro futuro tra infrastrutture i cui lavori probabilmente non verranno completati entro i tempi prestabiliti, costi lievitati e l'eterno dilemma sulla pista da bob
Nel 2019, l'Italia, con la candidatura congiunta di Milano e Cortina, si è aggiudicata l'onore di ospitare le Olimpiadi Invernali del 2026. La vittoria è stata ottenuta grazie a un dossier di candidatura che prometteva giochi sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico. Il piano prevedeva l'uso di impianti sportivi già esistenti, evitando così la costruzione di nuove "cattedrali nel deserto". Solo due nuove strutture permanenti sarebbero state costruite, finanziate interamente da investitori privati, promettendo così di non gravare sulle casse dello Stato. In sostanza, si parlava di Olimpiadi a costo zero per il contribuente.
A distanza di quasi cinque anni, il quadro finanziario delle Olimpiadi è notevolmente cambiato. L'ultimo piano delle opere olimpiche, aggiornato a settembre 2023, stima i costi a 3,6 miliardi di euro, finanziati in gran parte dallo Stato. Oltre agli impianti sportivi, il piano include numerose opere infrastrutturali, soprattutto strade. Questa evoluzione solleva dubbi sulla reale sostenibilità economica e ambientale dell'evento.
Arriviamo a ieri, 19 maggio 2024. La trasmissione "Report" su Rai 3 ha trasmesso un'inchiesta dal titolo “Le Olimpiadi 2026 Milano-Cortina saranno davvero sostenibili per l’ambiente e per le nostre tasche?”. L'inchiesta ha acceso i riflettori su diversi aspetti critici, tra cui la discussa pista da bob di Cortina e la sostenibilità complessiva dell'evento. Ma non solo. Nel........