I legami indissolubili tra la nostra salute fisica e mentale e gli elementi esterni sono stati al centro di un simposio scientifico internazionale, che ha anche analizzato l'interconnessione tra microbioma e cervello
Una sola salute, in un mondo plurimo. In due parole, è questo il fondamento dell’approccio “One Health”, che considera la stretta interconnessione tra gli esseri umani, gli animali e gli ecosistemi come base fondamentale della salute globale dell’oggi, ma soprattutto degli anni a venire.
Già nel diciannovesimo secolo, il patologo tedesco Rudolf Virchow, cui viene attribuita l’invenzione della parola “zoonosi”, sosteneva un concetto di vitale importanza: cioè quello di considerare la salute degli animali e degli uomini come due facce della stessa medaglia, legate al punto che non si poteva parlare di benessere umano senza che ci fosse anche il benessere animale. Nei secoli, questa stella polare è stata persa di vista, ma in questi anni post-pandemia la ricerca si sta concentrando, di nuovo, sul concetto del “siamo tutti abitanti dello stesso pianeta”: nessuno si salva da solo. Proprio per capire lo stato dell’arte dell’approccio One Health e i legami indissolubili tra elementi esterni al nostro corpo e salute della mente e del corpo, come la profonda interconnessione tra microbioma e cervello, si è svolto a Palermo un Simposio scientifico internazionale, organizzato dalla Fondazione Ri.MED (che conduce attività di ricerca traslazionale e sviluppo di farmaci e vaccini) dal titolo “Nutrition, microbiome and metabolism - A science based multidisciplinary Symposium to explore cutting-edge research and nutritional health” sulla necessità di studiare e approfondire le interconnessioni tra nutrizione e salute, sottolineando l'urgenza di un approccio multidisciplinare alle politiche alimentari: “L’essenza dell’approccio “One Health” è che ogni essere vivente è contestualizzato nell’ambiente in cui vive”........