Per mantenere gli sgravi Irpef e la riduzione del cuneo, il governo vuole dare una sforbiciata alla fitta giungla di detrazioni e deduzioni. La commissione insediata da Giancarlo Giorgetti ha messo nel mirino i bonus edilizi che da soli valgono il 40% della torta
Sono la croce di ogni governo. All’approssimarsi dell’appuntamento con la manovra economica, torna in ballo il tema delle tax expenditures. Per far quadrare i conti ed evitare di mettere nuove tasse, il bacino a cui attingere è quello delle spese fiscali, un complesso di detrazioni, deduzioni, sconti vari, note anche come tax expenditures, concessi negli anni spesso come mancette elettorali e che pesano come macigni sui conti pubblici. La scommessa è fare un’operazione chirurgica, tagliando lì dove non si scatenano eccessivi mal di pancia da parte delle categorie interessate e beneficiate. Si tratta quindi di individuare quelle piccole spese fiscali che non pesano più di 10 milioni di euro ma possono comunque portare un po’ di ossigeno al bilancio dello Stato evitando di cadere nelle sabbie mobili delle maggiori imposte.
Dal conto stilato dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), di fatto l’authority italiana dei conti pubblici, le spese fiscali hanno avuto una crescita esponenziale in termini di numero e valore, passando da 486 nel 2018 alle 625 censite attualmente, con un mancato introito per le casse statali che è quasi raddoppiato, da 54 a 105 miliardi annui, cioè circa 6 punti di pil. Una cifra enorme, che si aggiunge ad........