La A35 Brebemi, la Pedemontana, la Tangenziale esterna di Milano. Queste infrastrutture nella regione più produttiva del Paese sono accusate di costi eccessivi a fronte di un traffico ancora scarso. Il «numero uno» della società parla a Panorama e, dati alla mano, ribatte alle critiche.
«L'economia non è smart working ma movimento. Di merci, di idee, di progetti di sviluppo. E la Lombardia sarà pure una locomotiva, ma ha fame di grandi strade». Gianantonio Arnoldi imbocca l’autostrada per illustrare il futuro di intrasfrutture vincenti e per difendere l’A35 Brebemi (l’autostrada Brescia-Bergamo-Milano), la Pedemontana lombarda, la Teem (la Tangenziale esterna di Milano) dagli attacchi concentrici d’una certa sinistra in monopattino, che dai sofà damascati ritiene quelle opere costose, inquinanti, poco frequentate, quindi sostanzialmente inutili. L’ultima accusa riguarda i conti in rosso e l’ombrello protettivo da parte dello Stato, dunque dei contribuenti che già pagano il pedaggio.
L’amministratore delegato di Cal (Concessioni autostradali lombarde) apre i libri sulla scrivania e allarga le braccia. «È assolutamente falso. Le tre autostrade lombarde in questione sono costate 4,6 miliardi di euro, coperti dalla finanza pubblica per circa il 30 per cento (1,5 miliardi) e il resto da investitori privati. Siamo rimasti sorpresi delle critiche fondate su numeri e presupposti sbagliati, come le perdite a carico dello Stato, totalmente prive di fondamento. Dopo meno di dieci anni di esercizio è già stato versato all’erario più di un miliardo di euro tra Iva, Ires, Irap e altre imposte. Quindi alla fine delle concessioni lo Stato incasserà ben di più di quanto versato. Senza contare che lo strumento di “project financing” serve proprio per realizzare opere importanti, non sostenibili interamente........