Renzi strepita ma voleva consegnare la cybersicurezza all’amico Carrai

Il Rottamatore, che attacca Starlink, progettava di affidare un’agenzia al sodale e ha lanciato Andrea Stroppa, oggi braccio destro di Elon Musk. Andrea Bacci, l’ex socio di babbo Tiziano, puntava a guidare Sparkle e guardava a Huawei.

Ogni mattina, in Italia, un lettore si sveglia e sa che troverà un’intervista di Matteo Renzi sul Corriere della sera.

Nelle scorse ore, sul sito del quotidiano di via Solferino, il fu Rottamatore si è bullato di aver fatto saltare, o per lo meno ritardare, l’accordo (senza gara, denuncia l’ex premier) da 1,5 miliardi di euro per l’utilizzo, da parte del governo italiano, della rete satellitare Starlink, di proprietà di Elon Musk. Un servizio che porterebbe a far viaggiare miliardi di dati sensibili sulla rete di un eccentrico miliardario sudafricano con incarichi di governo negli Stati Uniti.

Renzi gode per il piccolo successo e trilla «È politica, ragazzi, po-li-ti-ca!». E sottolinea come certe battaglie le porti avanti solo lui. Colpisce che a preoccuparsi per la mancanza di trasparenza nell’affidamento dell’appalto miliardario (ma la conclusione dell’accordo è stata negata dal governo), sia un uomo che l’anno scorso ha incassato redditi per 3,2 milioni di euro provenienti in parte da conferenze, ma, soprattutto, da consulenze offerte a regimi non proprio democratici come l’Arabia Saudita o a società di altri Paesi non occidentali. Per esempio, in passato, avrebbe offerto i suoi servigi ad aziende cinesi e russe. In tv, quando gli hanno fatto vedere un tweet di Musk sul possibile accordo («Pronti a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata»), Renzi ha tirato fuori il bazooka: «La space economy è un tema cruciale […] quindi prendiamo il migliore… il migliore è Musk? Possiamo discutere […] Ma non è che tu vai a fare una cena e dai 1,5 miliardi al tuo amico che è venuto ad Atreju», ha detto riferendosi al rapporto tra Musk e Meloni.

Ma il conduttore non ha avuto la prontezza di ricordare a Renzi quando lui pensò di dar vita a un’agenzia per la cybersecurity e di farla gestire a Marco Carrai, suo amico e stretto collaboratore, il giovanotto che aveva affittato un mezzanino per dargli riparo quando era sindaco di Firenze. La nomina........

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