Per rispondere alle contestazioni l’ex viceministro ha inviato due dichiarazioni contrastanti. Una mossa che potrebbe avere anche rilievo penale. Il costituzionalista Guzzetta: «Il Consiglio non ha l’ultima parola»
La strada per evitare la decadenza è molto stretta per la governatrice della Sardegna Alessandra Todde. Ma potrebbe essere anche molto lunga. Una specie di via crucis, per lei e per i cittadini sardi.
L’avvocato della governatrice Benedetto Ballero ha ostentato sicurezza e contestato le conclusioni dell’ordinanza-ingiunzione del Collegio elettorale regionale di garanzia della Corte di Appello di Cagliari: «Non c’è nessuna irregolarità sostanziale, ma ci sono delle irregolarità formali che possono determinare sanzioni pecuniarie, ma non certo la decadenza» ha detto, annunciando un possibile ricorso al Tribunale amministrativo regionale e definendo le contestazioni un «brufolino». Quindi ha aggiunto: «La cosa certa è che per scelta prioritaria, la presidente non ha ricevuto un contributo, né ha fatto alcuna spesa personalmente e quindi non si possono contestare i mancati adempimenti che deve rispettare chi si occupa della campagna elettorale».
Il costituzionalista Giovanni Guzzetta fa un ragionamento interessante che, però, sembra cancellare le speranze della Todde e dei suoi legali: «Sulle contestazioni mosse, la questione è certamente complessa, anche perché la legislazione di cui stiamo parlando è stata concepita ai primi anni ’90, in un’epoca in cui il presidente regionale non era direttamente eletto e dunque l’esigenza di controllo sulle spese riguardava solo i “semplici” candidati al Consiglio regionale. Fatto sta che la Todde non ha mai contestato questo profilo, ma ha anzi reso le dichiarazioni così come previste per gli altri consiglieri, salvo poi “sostituirle” con altre dichiarazioni che, a quanto si legge dall’ordinanza-ingiunzione, sono in contraddizione con le precedenti. Una sorta di ritrattazione, di fronte alla quale il Collegio ha ritenuto di dover inviare gli atti anche alla Procura della Repubblica».
In effetti, a........