I droni smascherano piromani in Calabria. L’antropologo Minervino denuncia una Calabria in fiamme, vittima di interessi malavitosi e degrado ambientale inarrestabile
A luglio erano stati già 34 gli incendiari identificatiattraverso l’uso dei dronigrazie alla campagna antincendio della Regione. A renderlo noto lo stesso presidente Roberto Occhiuto sui social: poi ulteriori 50 segnalazioni precoci di incendio. Insomma, “è ora di finirla”, aveva tuonato Occhiuto, spintosi nell’utilizzo del termine “idioti” riferito agli incendiari.
Per Mauro Francesco Minervino «La Calabria brucia eva a fuoco in tutti i sensi: e l’immenso patrimonioboschivo continua subire stress difficilmente rimarginabili».
L’intellettuale calabrese, tra i più autorevoli antropologi del paesaggio, cerca di fare ordine tra atavici ritardi einteressi malavitosi che si celerebbero dietro i fuochi, anche dell’estate 2024:un gioco tragico tra «foreste monumentali perse per sempre» e «manovali delle fiamme».Addirittura un ultimo caso pare abbia lasciato il segno: una 68enne originaria di Luzzi, nel Cosentino, era arrivata persino a guardarsi intorno, per accertarsi che nessuno la vedesse. Poi pare abbia utilizzato un accendino e, quindi, appiccato le fiamme. Ma questa volta potrebbe non farla franca: teatro della singolare e drammatica vicenda San Leo di Luzzi, nel cosentino:uncarabiniere, in abiti civili, perché fuori dall’orario di servizio, dopo aver assistito alla scena è riuscito ad allertare i soccorsi e a far arrestare la donna.
Professore Minervino, gli incendi di agosto sembrano una costante dell’estate calabrese…
«Dopo quasi quarant’anni di fitta ricerca antropologica, mi è ancora difficile spiegare la Calabria. E gli incendi di questi giorni, autocombustione alla mano, continuano a sporcare l’immagine di questa terra sospesa........