Attacco al cuore informatico dello Stato

«Per lucrare milioni di profitti illeciti»

Per Marco Mayer, già consigliere per la cybersecurity del Ministro dell'Interno, «è necessaria una forte convergenza strategica, tattica e organizzativa tra Signals Intelligence (Sigint, “Spionaggio di segnali elettromagnetici”) e Human intelligence (Humint, l’attività di intelligence consistente nella raccolta di informazioni per mezzo di contatti interpersonali) per adeguare le indagini al mutare dei tempi».

Con l’indagine di Procura di Milano e Procura nazionale antimafia che lo scorso venerdì ha portato a quattro arresti e due sospensioni dal servizio, e allo smantellamento di un network di presunti spioni e attività di dossieraggio a livello industriale, il termine “inquietante” utilizzato dagli inquirenti è rimbalzato all’attenzione dell’opinione pubblica, vista la pervasività di quanto sin qui accertato. Per gli inquirenti i presunti spioni sarebbero in grado di “tenere in pugno cittadini e istituzioni” e “condizionare” dinamiche “imprenditoriali e procedure pubbliche, anche giudiziarie”. L’inchiesta della Procura di Milano sulle violazioni delle banche dati di alte personalità dello Stato per ottenere informazioni su politici, imprenditori e personaggi noti del mondo della finanza allo scopo di venderle sul mercato dello spionaggio industriale e personale rischia di aprire un vulnus nel sistema democratico del nostro Paese. Quattro sono le persone agli arresti domiciliari: l’ex poliziotto Carmine Gallo, che risulta amministratore delegato della società Equalize srl, l’hacker Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli, operanti in aziende specializzate nella sicurezza informatica. Sei sarebbero le società coinvolte, oltre sessanta le persone indagate a vario titolo. L’ipotesi principale di reato contestata è l’associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi informatici.

Professore, le sue impressioni sulla recente inchiesta giudiziaria sul presunto dossieraggio informatico a Milano!

«Ho sempre avuto un approccio garantista sin dai tempi della P2 e di Gladio, nel pieno rispetto della presunzione di innocenza delle persone indagate. Ciò premesso ritengo utile segnalare una novità metodologica che sembra emergere nel procedimento giudiziario avviato dai magistrati della DDA e dal Procuratore di Milano Marcello Viola nonché dalle stesse parole pronunciate dal Procuratore nazionale antimafia Giovanni Mellilo».

Ci spieghi, allora…

«Le ipotesi di reato contestate sono varie, ma desidero segnalare ai lettori in........

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