Sorbillo: «La pizza con l’ananas? Non è più solo «da americani»

È il re del tradizionale piatto napoletano e di lui, che ha ristoranti in tutto il mondo, hanno parlato anche New York Times e Cnn. Ora ha messo in menù una variante «tropicale» che da sempre è considerata uno scempio. Una versione gourmet di cui lo chef rivela qui la ricetta. «E non sarà la sola contaminazione made in Usa...».

Invidiato, imitato, criticato. Il pizzaiolo napoletano Gino Sorbillo, 50 anni, ha un’alta esposizione mediatica, in tutto il mondo. Per un centesimo di questa, moltissimi suoi colleghi farebbero carte false. Sorbillo - venti pizzerie in Italia, altre a New York, Miami e Tokyo - continua ad alimentare la propria fama con la spavalderia dovuta alla certezza di essere un maestro, nel suo campo. Così bravo da osare l’inosabile. Per esempio: la pizza all’ananas, già in carta a Napoli e Milano, e la «pizza pepperoni», in arrivo nei suoi menu.

Due mostruosità. «Tu vuò fà l’americano, ma si’ nato in Italy» le canterebbe all’orecchio il mai troppo rimpianto Renato Carosone, suo concittadino. Che c’entra Sorbillo con la fetta d’ananas buttata sulla pizza? Ci si mette anche lei? Un giornalista non dovrebbe essere informato? Sa com’è la mia pizza con l’ananas? Gliel’hanno detto? Me lo dica lei.

Intanto è buonissima, chieda ai clienti: prima la ordinano per curiosità, poi la prendono d’abitudine, magari da condividere per farsi la bocca in attesa di altre pizze. Non è uguale alla pizza all’ananas inventata in Canada negli anni Cinquanta da un cuoco greco immigrato, tal Sam Panopoulos. Quello usava «pineapple» in scatola. Contro ogni aspettativa, ebbe successo e la sua invenzione si è diffusa nel mondo, chiamata pizza all’hawaiana per il tocco di esotismo dovuto al frutto........

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