Mettete dei fiori nei vostri bocconi
Riso cosparso con finissima polvere ricavata dal rizoma di giaggiolo turchino; garofani bianchi, rosa, rosso porpora passati nel rosolio freddo e serviti allo spiedo. Rose rosse vellutate, dette «diaboliche», spampanate e fritte in olio bollente, come si fa per i carciofi alla giudia; zuppa zoologica in brodo caldo alla rosa; polibibita con liquore Campari, anice, essenza di rosa bianca. Sono solo alcuni piatti floreali della cucina futurista, applauditi da Marinetti, Farfa, Depero, Prampolini, Fillìa e altri artisti in eccentrici banchetti consegnati alla storia (si eseguivano partiture rumoristiche e i commensali venivano aspersi di profumi per stimolare l’aspetto olfattivo delle serate). Era avanguardia. I seguaci di Marinetti volevano non soltanto «uccidere il chiaro di luna», ma abolire la pastasciutta, considerata cibo da rammolliti.
Che cosa resta di quella rivoluzione culinaria? Molto, nell’architettura dei piatti, nell’accostare ingredienti insoliti, nei processi di cottura. Grande è il debito della cucina contemporanea di alto livello verso le bizzarre creazioni dei futuristi; i quali, oltre un secolo fa, gettarono le basi per l’odierno rinascimento dei fiori in cucina. Adoperati non banalmente per decorazione - il petalo adagiato su un carpaccio, una corolla messa ad arte nell’insalata -, ma proprio come focus di un piatto, per il sapore, le proprietà nutritive e, talvolta, curative. C’è un mondo intorno ai fiori eduli, dalla coltivazione alle........
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