Elezioni Usa, la democrazia malata

Rifuggendo dalla tuttologia che è un virus subdolo e diffuso, la considerazione è persino banale, diciamo basica: no, quelle americane non sono elezioni da seguire distrattamente, seduti sul divano e sgranocchiando popcorn (cit.). Perché l’Election Day d’Oltreoceano è un bivio per il mondo intero, un di qua o di là che riguarda anche le province di qualsivoglia impero. Quindi anche noi. Ed è, comunque finirà, cartina tornasole della gravità della malattia che rende fragile anche «la più grande democrazia del mondo», com’è stata mitizzata quella statunitense, e con essa l’Occidente.

Una crisi che dà fiato al mondo altro. La parte per il tutto, rectius una grande parte per un tutto pericolosamente rimpicciolito da quelle potenze che non partecipano ai ridondanti G7, con i presunti Grandi che parlano a se stessi perché altri, forse, intendano.In questo mondo scomposto, come si dice di un cannolo, gli Stati Uniti stanno dando vita allo spettacolo più pazzo della Terra, mostrando debolezza, pallori, cerotti, insomma tutti i sintomi della malattia di cui sopra.........

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